Cibele

Personificazione della divinità primigenia,
venerata nella Lidia e nella Frigia con l'appellativo di Gran Madre si
confuse e si identificò più tardi col mito greco, e successivamente
latino, di Rèa, figlia di Urano, cioè del cielo, e di Gèa, cioè della
terra.

Rèa, appena nata, era stata esposta alle fiere, che ne ebbero cura e la
nutrirono, in mezzo ad una natura montana, donde le pervenne l'epiteto
di Dindèmene dal monte Dlndimo, come pure quello di Berecinzia dal
villaggio esso pure montano di Berecinto.
Simbolo della fecondità della
terra della vita universale, la dea era rappresentata come una bella
donna in attitudine di severa austerità, seduta, interamente vestita,
con i n capo una corona sormontata da una torre; un disco di una mano,
e una chiave nell'altra; la veste cosparsa di fiori, in un contorno di
vari animali, sopra un carro tirato da leoni e da pantere, quasi a
significare il suo assoluto dominio su tutta la natura.

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