Dei Superi o Celesti

{mosimage}Del mondo, sorto, secondo Esiodo, dal Caos la mitologia diede il dominio e l'arbitrio a divinità che possono suddividersi in Maggiori e Minori, alle quali erano attribuite le virtù e i vizi degli uomini, ingigantiti, quali personificazioni delle forze naturali.

Prima tra le divinità maggiori è Zeus che, poi, si identificherà con il latino Iuppiter (cioè padre del giorno) e con l'italiano Giove, padre degli dei e arbitro del proprio volere, il cui unico limite è dettato dal Fato, al quale anch'egli sottostava. Vicino a Giove sta la sorella e moglie Era o Giunone, nata, come lui, da Saturno e da Rèa, – divinità femminile del cielo, così come Giove ne era la divinità maschile. Segue Pàllade Atena che, poi, si identificherà con la Minerva latina, figlia del solo Giove – dal capo del quale balzò armata, dea della sapienza, che guidava gli uomini nella guerra e nella pace e dispensava loro tutti i beni di cui erano meritevoli.
Quarto in ordine, diremo così, gerarchico è Apollo figlio, come Artemide, Diana, di Giove e di Latona, dio della luce benefica, ma insieme anche, della morte, della musica, della poesia e dell'arte profetica o divinatoria; e, accanto a lui, Diana la quale è, in parte, la forma femminile di lui; dea benefica, amante della caccia, e simbolo della castità.
Sesto, in ordine d'importanza, è Ares o Marte brutale dio della guerra, Efesto (Vulcano) dio del fuoco, brutto, malfatto, zoppo e deforme, e divino fabbro dei fulmini a Giove, nonché domatore dei metalli, dei quali apprende agli uomini la lavorazione. Ottavo fra gli dei consentes, cioè di quelli che, a Roma, si formarono per l'influsso greco, è ErmesMercurio, il messaggero degli dei ed esecutore dei loro comandi, l'apportatore dei sogni, il conduttore delle anime dei morti alla barca di Caronte, e, infine, il consigliere piuttosto spregiudicato dei commercianti' maestro impareggiabile di astuzia e scaltrezza non scevra, talora, di ciurmeria e d'inganno.
Non occorre ricordare che AfroditeVenere era la dea dell'amore, come EstiaVesta quella del focolare domestico, attorno al quale si accentra la religione della famiglia e, per estensione, di quella grande famiglia che è lo Stato.
I due ultimi dei maggiori, e questi esclusivamente romani, sono Giàno, il dio del principio e della fine, il padrone di tutti i passaggi, delle porte; quello che, aprendo o chiudendo la porta del suo tempio, lanciava la guerra o sanciva la pace, e, per questa sua duplice alterna funzione, era detto Bifronte; e infine, Quirino, divinità schiettamente sabina, simboleggiante la fusione dei Sabini coi Latini; e che, dopo la misteriosa scomparsa di Romolo, finì per fondersi con lui, e rappresentare più compiutamente l'eroe della stirpe comune. Tra le divinità celesti minori o secondarie vanno ricordate ElioDole, SelèneLuna, EosAurora, le Muse, gli Astri, i Vènti, le Grazie, Iride, Ebe, ErosAmore. Vengono, poi, le divinità del Mare e delle Acque, con Ocèano – ch'era immaginato un fiume immenso che circondava la terra e il mare – PoseidoneNettuno, dio del mare; Anfitrìte, sua moglie: le Sirene.
Seguono le divinità della Terra, prima fra tutte, Gèa, che ne è la personificazione; Cibèle, DionisoBacco, o Libero, le Ninfe, i Satiri. Sileno, Pane, Fàuno. Le divinità italiche della campagna sono: Saturno e Opi, Vertùnno e Pomòna, Flòra, Pale, DemetraCerere.

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