Figlia di Dima, re della Tracia, moglie di Priamo e madre, fra gli altri, di
Ettore e di Paride.
Ettore e di Paride.
Quando era incinta di quest'ultimo, una notte, in sogno, ebbe il
presagio che dal suo grembo sarebbe nata una fiaccola la quale avrebbe partorito un figlio
il quale, quando fosse pervenuto al suo trentesimo anno di età, avrebbe messo a ferro e
fuoco Troia.
Il re Priamo, per allontanare questo scempio, consegnò Paride ad un servo,
perché lo facesse morire; ma Ecuba, a forza di preghiere, ottenne che il servo
abbandonasse il bambino sul monte Ida, dove alcuni pastori ebbero cura di lui, e lo
crebbero come custode degli armenti. Dopo la morte di Priamo ucciso da Pirro, e la fine
della guerra, Ecuba toccò in sorte come schiava ad Ulisse che, sorpresala presso le tombe
dei figli, la prese con se.
Prima che Troia cadesse, Priamo aveva mandato il più giovane
dei figli avuti da Ecuba, Polidòro, con le immense ricchezze ch'egli voleva sottrarre
all'avidità dei vincitori, presso Polinèstore, re della Tracia, e suo genero: ma questi.
per la cupidigia del tesoro, se ne impossessò, dopo di aver ucciso Polidoro. Quando
Ecuba, desiderosa di rivedere l'unico figlio rimastole, giunse presso Polinestore, la
prima cosa che si presentò agli occhi di lei fu il cadavere di Polidoro, sul lido del
mare: e allora, forsennata per lo strazio, entrò, furibonda, nel palazzo del re e,
trascinandolo a forza in mezzo alle troiane che l'avevano seguita, lo fece da loro
accecare con i fusi, mentre essa scannava i due figlioletti del traditore.
Dopo compiuta
l'atroce vendetta, le donne si diedero alla fuga; ma furono inseguite dai famigliari del
re e lapidate. La leggenda racconta che Ecuba mordesse rabbiosa gli inseguitori che
l'avevano raggiunta e che, trasformata dagli dei in una cagna, empiesse dei suoi disperati
ululati tutta la Tracia.
presagio che dal suo grembo sarebbe nata una fiaccola la quale avrebbe partorito un figlio
il quale, quando fosse pervenuto al suo trentesimo anno di età, avrebbe messo a ferro e
fuoco Troia.
Il re Priamo, per allontanare questo scempio, consegnò Paride ad un servo,
perché lo facesse morire; ma Ecuba, a forza di preghiere, ottenne che il servo
abbandonasse il bambino sul monte Ida, dove alcuni pastori ebbero cura di lui, e lo
crebbero come custode degli armenti. Dopo la morte di Priamo ucciso da Pirro, e la fine
della guerra, Ecuba toccò in sorte come schiava ad Ulisse che, sorpresala presso le tombe
dei figli, la prese con se.
Prima che Troia cadesse, Priamo aveva mandato il più giovane
dei figli avuti da Ecuba, Polidòro, con le immense ricchezze ch'egli voleva sottrarre
all'avidità dei vincitori, presso Polinèstore, re della Tracia, e suo genero: ma questi.
per la cupidigia del tesoro, se ne impossessò, dopo di aver ucciso Polidoro. Quando
Ecuba, desiderosa di rivedere l'unico figlio rimastole, giunse presso Polinestore, la
prima cosa che si presentò agli occhi di lei fu il cadavere di Polidoro, sul lido del
mare: e allora, forsennata per lo strazio, entrò, furibonda, nel palazzo del re e,
trascinandolo a forza in mezzo alle troiane che l'avevano seguita, lo fece da loro
accecare con i fusi, mentre essa scannava i due figlioletti del traditore.
Dopo compiuta
l'atroce vendetta, le donne si diedero alla fuga; ma furono inseguite dai famigliari del
re e lapidate. La leggenda racconta che Ecuba mordesse rabbiosa gli inseguitori che
l'avevano raggiunta e che, trasformata dagli dei in una cagna, empiesse dei suoi disperati
ululati tutta la Tracia.