Egeo

Re d'Atene e padre dell'eroe Teseo, ha dato il suo da fare alla
leggenda, secondo la quale. dopo aver sposato Etra, figlia del re
Pitèo fondatore di Trezene, sarebbe stato costretto ad abbandonarla
prima ancora ch'essa si fosse sgravata.

Prima di partire, però, per
lasciare alla moglie un contrassegno per suo figlio, – se le fosse nato
un maschio, – nascose sotto un'enorme pietra la propria spada, e si
fece promettere da Etra che, appena il figlio fosse giunto all'età da
poter sollevare quella pietra, glielo avrebbe mandato con la sua spada,
per poter riconoscerlo.
Quando Teseo ebbe Compiuto j sedici anni,
sollevò la pietra, ne trasse la spada e, con quella, partì per andar a
conoscere suo padre, con la ferma risoluzione però di non presentarsi a
lui se non dopo d'essersi reso famoso con qualche grande impresa.
Dopo
d'aver ucciso il gigante Peritète e il feroce masnadiero Cerciòne
giunse alla corte d'Atene' dove trovò insediata, vicino al padre, la
scellerata Medea, la quale, temendo di essere spodestata dallo
straniero che si era già reso famoso con le sue imprese, persuase Egèo
di liberarsene con una coppa avvelenata, prima di essere da lui ucciso.
Teseo, prima d'accostare alle labbra la coppa, snudò la spada in atto
di omaggio al re, e questi, riconosciutala per sua, gli tolse la tazza
di mano, l'abbracciò e lo salutò come suo figlio. Teseo, dopo d'aver
compiuto molti altri atti di valore, per liberare Atene dal tributo di
sangue impostole da Minosse, – e pel quale gli Ateniesi dovevano
mandare ogni anno, sette giovani ed altrettante giovinette da servir di
pasto al Minotauro – decise di partire per uccidere il mostro.
L'impresa era assai pericolosa; e il padre, congedandosi dal figlio,
gli fece promettere che se fosse tornato vincitore, sulla nave, –
ch'era allora parata a lutto perché recava le quattordici vittime
designate – avrebbe fatto sventolare un drappo bianco, il quale, così,
lo avrebbe tolto di pena. Teseo, con l'aiuto del filo d'Arianna , poté
uscire dal labirinto, dopo d'aver ucciso il Minotauro; ma, nella gioia
della vittoria dimenticò la promessa fatta al padre; e quando questi –
che ansiosamente tutte le mattine, dall'alto d'una rocca, esplorava il
ritorno del figlio – vide che la nave era ancora tutta parata a lutto,
in un accesso di disperazione, non volendo sopravvivere al figlio, si
gettò nel mare che, da lui, si chiamò poi Mar Egèo.

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