Eolo

{mosimage}Dio dei Vènti, si favoleggiava fosse figlio di Ippòte e dominasse sulle
isole poste a settentrione della Sicilia, che, da lui, si chiamarono
poi Eòlie.
Si diceva ch'egli avesse la sua residenza nell'isola di
Lipari, dove teneva rinchiusi i venti in una profonda caverna. 

Gli era
attribuita una profonda conoscenza dell'arte nautica e dell'astronomia;
ciò che gli avrebbe permesso di regolare il corso dei venti favorevoli
ai naviganti, o di lanciarli a distruzione delle navi, ad un ordine
di Giunone, la quale era la sua protettrice e lo aveva fatto assumere
fra i Numi dell'Olimpo.

{mosimage}

E' rappresentato in mezzo ai Venti, assiso
sulle nuvole, il capo cinto da una corona, con uno scettro in mano.
Dalla moglie aveva avuto sei figli maschi ad altrettante femmine, e con
loro viveva felice. Accolse in cortese ospitalità Ulisse ramingo dopo
la caduta di Troia; e, per conciliargli il ritorno ad Itaca, gli
consegnò, chiusi in un otre i venti che avrebbero potuto scatenare sul
mare la tempesta, raccomandandogli di non aprirlo per nessuna ragione.
Ma
Ulisse, che, per nove giorni e nove notti, aveva gelosamente custodito,
senza mai prender sonno, il prezioso oltre, ed era ormai in vista della
patria diletta, nel decimo fu colto dal sonno: e allora i Compagni,
curiosi di vedere che mai nascondesse nel misterioso oltre così
attentamente e gelosamente sorvegliato dal loro duce, sciolsero la
bocca dell'involucro, e scatenarono fuori i venti, dai quali la nave fu
risospinta al largo. Ulisse, mortificato per avere involontariamente
disobbedito Eolo, tornò da lui; ma ne fu scacciato con male parole; e
allora ricominciò ad errare pel mare, dove una furiosa tempesta,
suscitata dai venti che non aveva saputo tener prigionieri, sommerse
tutte le sue navi.

Lascia un commento