Parla per me (Emily Brontë)

Deve rispondere la luce del tuo sguardo,

ora che la ragione, con occhi sdegnosi,

irride alla mia piena sconfitta!

La tua lingua di miele deve parlare per me

e dire perché io ti abbia scelto!

La severa ragione viene al giudizio,

vestita delle sue vesti più cupe:

sarai muto tu, mio difensore?

No, angelo radioso, parla per me,

spiega perché io abbia scagliato lontano il mondo.

Perché con tanta ostinazione ho evitato
il comune sentiero che ognuno ha seguito,
perché ho percorso una strada sconosciuta,
ignorando a un tempo potere e ricchezza –
le ghirlande della gloria e i fiori del piacere.

Un tempo apparivano creature divine;
un tempo forse udirono i miei voti,
e sui loro altari videro le mie offerte;
ma, doni senza amore non sono apprezzati,
e i miei vennero disprezzati giustamente.

Con un cuore pronto ho giurato
di ignorare i loro altari di pietra;
ho consacrato il mio spirito ad adorare
te, creatura fantasma, onnipresente;
mio schiavo, mio compagno e mio re,

Schiavo, perché ancora ti governo;
ti piego alla mia volontà che vuol mutare,
rendo buono o cattivo il tuo influsso:
compagno, perché la notte e il giorno
tu sei la mia intima delizia, –

Pena tanto amata che lacera e ferisce
e strappa dalle lacrime un grido di gioia
offuscando per me ogni terrena cura;
tuttavia, re, se pure la prudenza
ha insegnato alla tua schiava a ribellarsi.

Sono in torto se mi inchino a venerare
là dove la fede non ha dubbi, né la speranza dispera,
poiché la mia stessa anima può esaudire la preghiera?
Parla, dio delle visioni, parla per me,
spiega perché io ti abbia scelto!

Emily Brontë

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