Stanze (Emily Brontë)

Spesso ammonita, eppure sempre ritorno

A quelle prime emozioni dell'infanzia,

Lasciando l'affannosa caccia di sapere e ricchezza

Per più pigri, irrealizzabili sogni:

Oggi eviterò l'ombrosa regione

La cui insostenibile vastità mi opprime;

Le visioni insorgono a legioni

Recando l'irreale a una strana prossimità.

Camminerò, ma non sulle antiche eroiche tracce,
Né attraverso sentieri di nobile condotta,
O tra sembianze appena distinguibili,
Nebulose sagome di una storia remota.

Andrò dove la mia natura mi conduce;
E mi annoia scegliere altra guida:
Dove le greggi brucano le felci tra le gole
E il vento soffia selvaggiamente sui declivi.

Cos'hanno da svelare di tanto grande questi monti?
Più gloria e più dolore di quanto io sappia dire:
La terra che desta il cuore all'emozione
Può concentrare in sé Cielo e Inferno.

Emily Brontë

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