Vien la mia donna (Giovan Battista Marino)

Vien la mia donna in su la notte ombrosa

qual suole apunto il mio pensier formarla

e qual col rozzo stil tento ritrarla,

ma qual mai non la vidi a me pietosa.

"Pon freno al pianto, e pace spera, e posa,

o mio fedel, che tempo è da sperarla"

sorridendo mi dice, e mentre parla

m'offre del labro l'animata rosa.

Allor la bacio: ella ribacia e sugge;

lasso, ma 'l bacio in nulla ecco si scioglie,

e con la gioia insieme il sonno fugge.

Or qual, perfido Amor, fra tante doglie

deggio attender mercé da chi mi strugge,

se i mentiti diletti anco mi toglie?


Giovan Battista Marino
(1569-1625)

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