Quanto fantasticò, timido, da scolaro,
tutto è svelato innanzi a lui. Si svia
nelle veglie, travolto. E com'è giusto
(per l'arte nostra), il sangue nuovo e caldo
se lo gode il piacere. Il corpo cede
a un'erotica illecita ebrietà: le membra giovani
tutte in essa s'ingolfano.
Ed è così che un semplice ragazzo si fa degno
che lo miriamo, e nell'Eccelso Mondo
di Poesia pur egli passa, un attimo,
il ragazzo sensibile, col sangue nuovo e caldo.
Constantinos Kavafis (1863-1933)