Qual dagli antri marini
l'astro pi caro a Venere
co' rugiadosi crini
fra le fuggenti tenebre
appare, e il suo viaggio
orna col lume dell'eterno raggio,
sorgon così tue dive
membra dall'egro talamo
e in te beltà rivive,
l'aurea beltade ond'ebbero
ristoro unico a'mali
le nate a vaneggiar menti mortali.
Fiorir sul caro viso
veggo la rosa, tornano
i grandi occhi al sorriso
insidiano; e vegliano
per te in novelli pianti
trepide madri, e sospettose amanti.
Ugo Foscolo