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Giovanna d’Arco

Giovanna D'ArcoGiovanna d’Arco, la figlia più piccola di una famiglia di contadini del villaggio di Domrémy (Lorena), in Francia, nacque nel 1412, in un periodo in cui la nazione era sotto la dominazione inglese a seguito della sanguinosa Guerra dei Cent’anni.
Inoltre, la regione era stravolta da una guerra civile che vedeva gli Armagnacchi, partigiani del re, schierati contro i Borgognoni alleati degli inglesi. Uno dei fattori decisivi di questo conflitto interno era rappresentato dal controllo della città di Orléans, situata in posizione strategica sulla riva della Loira. Una sola cosa avrebbe potuto salvare la Francia e farle superare il suo periodo più oscuro… un miracolo.

Alla morte dei re Enrico V di Inghilterra e Carlo VI di Francia, avvenute entrambe nel 1422, gli inglesi proclamarono Enrico VI, allora ancora bambino, re di Inghilterra e di Francia. L’erede legittimo al trono francese, Carlo VII, si rifiutò di abdicare ribadendo i suoi diritti di successione al trono, ma non potè far celebrare la sua incoronazione secondo il rito ufficiale che avrebbe dovuto tenersi nella città di Reims, allora sotto il dominio inglese.

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Perché tu mi oda (Pablo Neruda)

Perché tu mi oda
le mie parole
a volte si assottigliano
come le orme dei gabbiani sulle spiagge.

Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.

E le vedo lontane le mie parole.
Più che mie esse son tue.
Si arrampicano sul mio vecchio dolore come l'edera.

Si arrampicano così sulle pareti umide.
Sei tu la colpevole di questo gioco sanguinoso.
Esse fuggono dal mio rifugio oscuro.
Tu riempi tutto, tutto.

Prima di te popolarono la solitudine che occupi,
e sono abituate più di te alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che voglio dirti
perché tu oda come voglio che m'oda.

Il vento dell'angoscia ancora le trascina.
Uragani di sogni a volte ancora le abbattono.
Senti altre voci nella mia voce addolorata.
Pianto di vecchie bocche, sangue di vecchie suppliche.
Amami, compagna. Non abbandonarmi. Seguimi.
Seguimi, compagna, in quest'onda di angoscia.

Ma vanno tingendosi del tuo amore le mie parole.
Tu occupi tutto, tutto.

Ne farò di tutte una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

Pablo Neruda (1904-1973)
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Nessuno può conoscermi (Paul Eluard)

Nessuno può conoscermi
Come tu mi conosci

Gli occhi tuoi dove dormiamo
Tutti e due
Alle mie luci d'uomo han dato sorte
Migliore che alle notti della terra

Gli occhi tuoi dove viaggio
Han dato ai gesti delle strade un senso
Separato dal mondo

Negli occhi tuoi coloro che ci svelano
La solitudine nostra infinita
Non sono più quel che credevano essere

Nessuno può conoscerti
Come io ti conosco.

Paul Eluard (1895-1952)
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Abbiamo creato la notte (Paul Eluard)

Abbiamo creato la notte (Paul Eluard)

Abbiamo creato la notte ti tengo la mano e veglio<
E ti tengo con tutte le forze
E incido su una roccia
l'astro delle tue forze
Solchi profondi dove la bontà
del tuo corpo germinerà
E mi ripeto la voce tua segreta
e la voce tua pubblica
E rido ancora dell'orgogliosa
Che tratti come un mendicante
Dei folli che rispetti dei semplici in cui ti specchi
E nella mia testa che dolcemente
s'accorda con la tua con la notte
Mi meraviglio dell'ignota che diventi
Un'ignota simile a te simile a tutto ciò che amo
Che è sempre nuovo.

Paul Eluard (1895-1952)
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Arance i tuoi capelli e intorno il vuoto (Paul Eluard)

Arance i tuoi capelli e intorno il vuoto
Del mondo, e intorno il vuoto anche dei vetri
Carichi d'ombra e di silenzio dove
Cercano tutti i tuoi riflessi queste
Mie mani nude.
Chimerica è la forma del tuo cuore
E il tuo amore assomiglia al mio perduto
Desiderio. O sospiri d'ambra, sogni,
Sguardi.
Ma tu non sei rimasta sempre
Con me. La mia memoria è ancora nebbia,
Ché t'ha vista venire, andare. Il tempo
Di parole si avvale, come amore.

Paul Eluard (1895-1952)
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Positivismo

Il termine positivismo designa un movimento filosofico che ebbe larga diffusione nell’Europa dell’Ottocento, influenzando il pensiero filosofico e quello scientifico, storico e letterario. Esso fonda la conoscenza sui fatti reali e deriva la certezza esclusivamente dall’osservazione propria alle scienze sperimentali.

Le origini del positivismo sono da ricercarsi nell’illuminismo inglese e francese: dal primo dedurrà le matrici empiristica e utilitaristica, dal secondo il principio che il progresso di tutta la conoscenza dipende dal progresso della scienza positiva. Il pensiero positivista trovò un ambiente favorevole al suo sviluppo a partire dal 1830: progresso delle scienze naturali, prime applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche e loro riflessioni in campi sociali ed economici.

 

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Naturalismo

Charles DarwinGrazie ad uno straordinario sviluppo della scienza e all’evoluzione della tecnica, dalla metà del secolo XIX in poi, macchine a vapore, ferrovie, industrie, elettricità cambiarono la vita dell’uomo. Le condizioni generali di vita migliorarono; un po’ ovunque si diffuse una visione ottimistica dell’avvenire e nelle classi borghesi crebbe il senso di fiducia nelle possibilità creatrici dell’uomo.
In questo periodo la scienza diviene l’unica guida accettata della vita; Charles Darwin propone la teoria della selezione naturale, dando un taglio alla concezione teologica dell’universo e ponendo le basi per una teoria laica e scientifica dell’origine dell’uomo.
 

Tuttavia non tutto va come sembrerebbe. In lontananza si intravedono già nubi che si faranno minacciose. Il problema sociale delle masse operaie è aspro in tutta l’Europa e dà origine ad una serie di problemi difficili da risolvere: nascono così scontento, tumulti, disordini; sorgono organizzazioni e partiti operai e contadini; spuntano nuove dottrine economiche e sociali (anarchismo e marxismo) che condizionano la mentalità e il comportamento di tutte le classi sociali e che influenzano la cultura e la letteratura.
 

 

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Tra la memoria delle bellezze (Torquato Accetto)

I' vidi il bel crin d'oro, e fui contento
del nodo a cui mi strinse in varie guise;
e la bocca gentil, che ne sorrise,
al suo dolce parlar più m'ebbe intento.
I' vidi il vivo lume, e non fui lento
a riverir l'angeliche divise;
e colei, ch'in me foco e piacer mise,
lieta conobbe il mio dolce tormento.
E vidi rose e gigli, o fiamma e neve
nel chiaro volto ben confuse e sparse.
Ahi mortai vita, assai fallace e breve!
Vola il diletto, e son l'ore sì scarse
ch'a la memoria innamorata è greve
più de le gioie sue piena mostrarse.

Torquato Accetto (1590-1640)
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