SPQR Senatus PopulusQue Romanus
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X AGOSTO (Giovanni Pascoli)
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
S’i’ fosse fuoco, arderei ‘l mondo. (Cecco Angiolieri)
S'i' fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i' fosse vento, lo tempestarei;
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i' fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i' fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i' fosse 'mperator, ben lo farei:
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i' fosse morte, andarei a mi' padre,
s'i' fosse vita, non starei con lui:
similemente faria da mi' madre.
S'i' fosse Cecco, com' i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.
Cecco Angiolieri (1260-1312)
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Verlaine (Federico Garcia Lorca)
La canzone,
che non dirò mai,
dorme sulle mie labbra.
La canzone,
che non dirò mai.
Una lucciola stava
sopra le madreselve,
e la luna pungeva,
con un raggio nell'acqua.
Allora io sognai,
la canzone,
che non dirò mai.
Canzone piena di labbra
e di alvei lontani.
Canzone piena di ore
smarrite nell'ombra.
Canzone di viva stella
sopra un giorno eterno.
Federico Garcia Lorca
L’ombra dell’anima mia (Federico Garcia Lorca)
L'ombra dell'anima mia
fugge in un tramonto di alfabeti,
nebbia di libri
e di parole.
L'ombra dell'anima mia!
Sono giunto alla linea dove cessa la nostalgia
e la goccia di pianto si trasforma
in alabastro di spirito.
(L'ombra dell'anima mia!)
Il nodo del dolore finisce,
ma resta la ragione e la sostanza
del mio vecchio mezzogiorno di labbra
del mio vecchio mezzogiorno di sguardi.
Un torbido labirinto
di stelle affumicate
imprigiona le mie illusioni
quasi appassite.
L'ombra dell'anima mia!
E un'allucinazione
dispone gli sguardi.
Vedo la parola amore sgretolarsi.
Usignolo!
Usignolo mio!
Canti ancora?
Federico Garcia Lorca
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La farfalla nel vino (Hermann Hesse)
Una farfalla volata nel mio bicchiere di vino,
ebbra si abbandona alla sua dolce rovina,
remiga senza forze, ora sta per morire;
ecco, il mio dito la solleva via.
Così il mio cuore, accecato dai tuoi occhi,
felice affonda nel denso calice, amore,
pronto a morire, ebbro del tuo incanto
se un cenno di tua mano non compia il mio destino.
Hermann Hesse
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Le stelle (Federico Garcia Lorca)
Le stelle
non hanno fidanzato.
Tanto belline,
le stelle!
Aspettano un rubacuori
che le porti
ad una sua ideale Venezia.
Tutte le notti s'affacciano
alle grate
– oh cielo di mille piani! –
e fanno segnali lirici
ai mari d'ombra
che le circondano.
Ma attente,ragazze,
perchè quando morirò
vi rapirò una dietro l'altra
sul mio cavallo di nebbia.
Federico Garcia Lorca
Donna completa, mela carnale, luna calda (Pablo Neruda)
Donna completa, mela carnale, luna calda,
denso aroma d'alghe, fango e luce pestati,
quale oscura chiarit s'apre tra le tue colonne?
Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi?
Ahi, amare un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina:
amare un combattimento di lampi
e due corpi da un solo miele sconfitti.
Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia
corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra.
Pablo Neruda
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Sei (N. Hickmet)
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d' estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
N. Hickmet
Canzoniere LXI (Francesco Petrarca)
Benedetto sia 'l giorno, e l'mese, e l'anno,
e la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto,
e 'l paese, e l' loco ov'io fui giunto
da' duo begli occhi che legato m'nno;
e benedetto il primo dolce affanno
ch'i' ebbi ad esser con amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'i' fui punto,
e le piaghe che 'nfin al cor mi vanno.
Benedette le voci tante ch'io,
chiamando il nome de mia donna, sparte,
e i sospiri, e le lagrime. e 'l desio;
e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e 'l pensier mio,
ch' sol di lei, si ch'altra non v' parte.
Francesco Petrarca (1304-1374)
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