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Non dalle stelle io traggo i miei pronostici (W. Shakespeare)

Non dalle stelle io traggo i miei pronostici,
eppure penso che d'astronomia m'intendo;
ma non per dire la buona o la cattiva sorte,
o preannunciare peste o siccit o il volger delle stagioni;
Nè a breve scadenza posso io predire
a chiunque il tuono, la pioggia e il vento,
e se ai principi arrida la fortuna,
da frequenti presagi ch'io scopro in cielo.
E' dai tuoi occhi ch'io traggo la mia scienza,
stelle fisse in cui questa divinazione io leggo:
che verità e bellezza insieme prospereranno
se tu, da te stesso, trarrai progenie.
Se no, di te questo devo pronosticare:
che Verità e Bellezza fatalmente moriranno con te.

Sonetto di W. Shakespeare (1564-1623)
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Chi mai crederebbe in … (W. Shakespeare)

Chi mai crederebbe in futuro ai miei versi
se fossero ricolmi dei tuoi eccelsi pregi?
Eppure, lo sa il cielo, non sono che tomba
che la tua vita celano, e solo met dei tuoi tesori additano.
Potessi io ritrarre la bellezza dei tuoi occhi
e in nuovi versi enumerare le tue grazie,
l'et futura direbbe: "Sono menzogne di poeta,
mai s celesti tratti toccarono volti umani".
E i miei scritti, ingialliti dal passare del tempo,
sarebbero dileggiati come farneticare di rimbambito,
e le meritate lodi come eccessi di fantasia,
rime esagerate di vecchia cantilena.
Ma se un tuo bimbo allora vivesse,
tu due volte vivresti: in lui e nel mio canto.

Sonetto n 17 di W. Shakespeare (1564-1623)

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Gabriele D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio lo scrittore di fine 800′ più famoso e discusso e al tempo stesso l’unico che abbia saputo "costruire" la sua vita, imponendosi all’attenzione del pubblico con gesti clamorosi e comportamenti, scandolo, sfrenata ammirazione, desiderio emulazione.
 

Nato a Pescara il 12 Marzo 1863 da Francesco D’Annunzio e Luisa de Benedictis, Gabriele é il terzogenito di cinque fratelli di una famiglia di media borghesia.
Fin dalla più tenera età spicca tra i coetanei per intelligenza e per una precocissima capacità amatoria.

 

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