sette meraviglie del mondo.
Efeso
sette meraviglie del mondo.
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Nome della regina delle Amazzoni annegata miseramente nel mare che, appunto per questo, si sarebbe poi chiamato Egèo.
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S'io
fosse quelli che d'amor fu degno, del qual
non trovo sol che
rimembranza, e la donna tenesse altra
sembianza, assai mi
piaceria siffatto legno.
E tu, che se' de
l'amoroso regno là onde di
merzé nasce speranza, riguarda se
'l mi' spirito ha
pesanza: ch'un prest' arcier di lui ha
fatto segno
e tragge l'arco, che li tese
Amore,
s' lietamente, che la sua persona
par che
di gioco porti signoria.
Or odi maraviglia ch'el
disia:
lo spirito fedito li perdona,
vedendo che
li strugge il suo valore.
Guido
Cavalcanti (1259-1300)
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Nel 1904 riuscì a fuggire e a tornare in Georgia dove divenne un rivoluzionario e un membro di spicco del partito. La sua attività sovversiva condita di rapine ad istituti bancari proseguì fino al 1913, venne arrestato numerose volte riuscendo poi a fuggire in ogni occasione. Trasferitosi a Pietroburgo nel Comitato Centrale del partito di lì a poco fu nuovamente esiliato in Siberia. Dopo la caduta dello Zar Stalin rientrò ed assunse ruoli direttivi sia nel partito che tra i bolscevichi anche se non si distinse in modo particolare durante la rivoluzione di ottobre (1917).
Continua la lettura di Stalin (Josef Vissarionovic Dzugasvili)
Perché taccia il rumor di mia catena
di lagrime, di speme, e di amor vivo,
e di silenzio; ché pietà mi affrena
se con lei parlo, o di lei penso e scrivo.
Tu sol mi ascolti, o solitario rivo,
ove ogni notte amor seco mi mena,
qui affido il pianto e i miei danni descrivo,
qui tutta verso del dolor la piena.
E narro come i grandi occhi ridenti
arsero d'immortal raggio il mio core,
come la rosea bocca, e i rilucenti
odorati capelli, ed il candore
delle divine membra, e i cari accenti
m'insegnarono alfin pianger d'amore.
Ugo Foscolo (1778-1827)
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In fondo al cuore,
unica preghiera,
un'eco di passi
come di gatta:
l'orecchio suo trangugia suoni
il piede si leva alla corsa
lo sguardo
riluce dovunque
dal suo volto scampo non v'è,
bella, un fiore
ma irta d'armi, e in fondo
non ha nulla a che fare con noi.
Paul Klee (1879-1940)
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Certe mie rime a te mandar vogliendo
del greve stato che lo meo cor porta,
Amor aparve a me in figura morta
e disse: – Non mandar, ch'i' ti riprendo,
però che, se l'amico è quel ch'io 'ntendo,
e' non avrà già s' la mente accorta,
ch'udendo la 'ngiuliosa cosa e torta
ch'i' ti fo sostener tuttora ardendo,
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Certo non è de lo 'ntelletto acolto
quel che staman ti fece disonesto:
or come già, ['n] men [che non] dico, presto
t'aparve rosso spirito nel volto?
Sarebbe forse che t'avesse sciolto
Amor da quella ch'è nel tondo sesto?
o che vil razzo t'avesse richesto
a por te lieto ov' i' son tristo molto?
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