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Perché pur d’ora in ora mi lusinga (Guido Cavalcanti)

Perché pur d'ora in ora mi lusinga
la memoria degli occhi e la speranza,
per cui non sol son vivo, ma beato;
la forza e la ragion par che ne stringa,
Amor, natura e la mie 'ntica usanza,
mirarvi tutto il tempo che m'è dato.
E s'i' cangiassi stato,
vivendo in questo, in quell'altro morrei;
né pietà troverei
ove non fussin quegli.
O Dio, e' son pur begli!
Chi non ne vive non è nato ancora;
e se verrà dipoi,
a dirlo qui tra noi,
forz'è che, nato, di subito mora;
ché chi non s'innamora
de' begli occhi, non vive.

Guido Cavalcanti (1259-1300)
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Fresca rosa novella (Guido Cavalcanti)

Fresca rosa novella,

piacente primavera,

per prata e per rivera

gaiamente cantando,

vostro fin presio mando – a la verdura.

Lo vostro presio fino

in gio' si rinovelli

da grandi e da zitelli

per ciascuno camino;

e cantin[n]e gli auselli

ciascuno in suo latino

da sera e da matino

su li verdi arbuscelli.

Tutto lo mondo canti,

po' che lo tempo vène,

s' come si convene,

vostr'altezza presiata:

ché siete angelicata – crïatura.
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Che Cos’è L’amore? (Pier Della Vigna)

Però ch' Amore non se po' vedere,
E no si tratta corporalmente:
Manti ne son di sì folle sapere,
Che credono ch'Amore sia niente.
Ma po'ch'Amore si face sentere
Dentro dal cor signoreggiar la gente,

Molto maggiore pregio de'avere,
Che se 'l vedessen visibelemente.
Per la virtute della calamita,
Come lo ferro attrae, non si vede,
Ma sì lo tira signorevolmente.
E questa cosa a credere m'invita
Che Amore sia; e dammi grande fede
Che tutor fia creduto fra la gente.

Pier Della Vigna (1180 – 1249)
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Bella cantatrice (Giovan Battista Marino)

Abbi, musica bella,
anzi musa novella, abbiti il vanto
dele due chiare cetre,
che le piante movean, movean le pietre.
Che val però col canto
vivificar le cose inanimate,
se nel tuo vivo cor morta è pietate?
O chiari, o degni onori,
porger l'anima ai tronchi e torla ai cori!
O belle, o ricche palme,
dando la vita ai sassi, uccider l'alme

Giovan Battista Marino (1569-1625)
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Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira (Guido Cavalcanti)

Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira,

che fa tremar di chiaritate l'àre

e mena seco Amor, s' che parlare

null'omo pote, ma ciascun sospira?

O Deo, che sembra quando li occhi gira,

dical' Amor, ch'i' nol savria contare:

contanto d'umiltà donna mi pare,

ch'ogn'altra ver' di lei i' la chiam' ira.
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Ad Anna Fiore (Kurt Schwitters)

O tu, amata dei miei ventisette sensi, io a te

amo! tu di te te a te, io a te, tu a me. – Noi?

Ma questo (detto tra parentesi) non c'entra.

Chi sei tu, innumerevole femmina? Tu sei… sei tu?

-la gente dice, che saresti, – lasciala dire, non

sa come sta in piedi un campanile.

Porti il cappello sui tuoi piedi e cammini sulle

mani, sulle mani tu cammini.

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