Tutti gli articoli di paulus

Diana, Latona e Apollo (Orazio)

Cantate Diana, tenere fanciulle,

 e voi, ragazzi, Apollo a chiome sciolte

 e Latona, passione

 dell'altissimo Giove.

 La dea, fanciulle, che venera i fiumi

 e il gelido Àlgido, l'Erimanto

 oscuro, il verde Crago

 dove sorgono i boschi;

 e voi, ragazzi, con uguali lodi

 vantate Tempe e Delo, dove nacque

 Apollo, che sull'omero

 porta faretra e lira.

 Alle preghiere, proteggendo il popolo

 e Cesare, rovescerà la guerra

 e la fame, la peste

 su britanni e persiani.

Orazio – Odi

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Deh, perché così tardo gli occhi apersi (Gaspara Stampa)

Deh, perché così tardo gli occhi apersi

nel divin, non umano amato volto,

ond'io scorgo, mirando, impresso e scolto

un mar d'alti miracoli e diversi?

Non avrei, lassa, gli occhi indarno aspersi

d'inutil pianto in questo viver stolto,

né l'alma avria, com'ha, poco né molto

di Fortuna o d'Amore onde dolersi.

E sarei forse di sì chiaro grido,

che, mercé de lo stil, ch'indi m'è dato,

risoneria fors'Adria oggi, e 'l suo lido.

Ond'io sol piango il mio tempo passato,

mirando altrove; e forse anche mi fido

di far in parte il foco mio lodato.

Gaspara Stampa

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Altri mai foco, stral, prigione o nodo (Gaspara Stampa)

Altri mai foco, stral, prigione o nodo

sì vivo e acuto, e sì aspra e sì stretto

non arse, impiagò, tenne e strinse il petto,

quanto 'l mi' ardente, acuto, acerba e sodo.

Né qual io moro e nasco, e peno e godo,

mor'altra e nasce, e pena ed ha diletto,

per fermo e vario e bello e crudo aspetto,

che 'n voci e 'n carte spesso accuso e lodo.

Né fûro ad altrui mai le gioie care,

quanto è a me, quando mi doglio e sfaccio,

mirando a le mie luci or fosche or chiare.

Mi dorrà sol, se mi trarrà d'impaccio,

fin che potrò e viver ed amare,

lo stral e 'l foco e la prigione e 'l laccio

Gaspara Stampa

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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (Cesare Pavese)

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

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