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Alto colle, almo fiume, ove soggiorno (Gaspara Stampa)

Alto colle, almo fiume, ove soggiorno

fan le virtuti e le Grazie e gli Amori,

dal dì che dimostraste al mondo fòri

chi fa me, chi fa lui chiaro et adorno,

asserena tu 'l fronte, alza tu 'l corno,

tu con nove acque, e tu con novi fiori,

or che fa, colmo anch'ei di novi onori,

il signor vostro e mio a voi ritorno.

E, poi che fia con voi, per cortesia

oprate sì ch'a me ritorni tosto;

ché viver senza lui poco porìa.

Così stia 'l verno a voi sempre discosto,

così Flora e Pomona in compagnia

vi faccian sempre aprile e sempre agosto.


Gaspara Stampa

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Mentr’io conto fra me minutamente (Gaspara Stampa)

Mentr'io conto fra me minutamente

le doti del mio conte a parte a parte,

nobilitate, bellezza, ingegno ed arte,

che lo fan chiaro sovra l'altra gente,

tale e tanto piacer l'anima sente,

che, sendo tutte le sue virtù sparte,

mi meraviglio come non si parte,

volando al ciel per starci eternamente.

E certo v'anderia, se non temesse

che restasse il suo ben da lei diviso,

e men beato il suo stato rendesse;

perché 'l suo vero e proprio paradiso,

quello che per bearsi ella si elesse,

è 'l mio dolce signor e 'l suo bel viso.


Gaspara Stampa

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Fra quell’illustre e nobil compagnia (Gaspara Stampa)

Fra quell'illustre e nobil compagnia

di grazie, che vi fan, conte, immortale,

s'erge più d'altra e vaga stende l'ale

del canto la dolcissima armonia.

Quella in noi ogni acerba cura e ria

può render dolce, e far lieve ogni male;

quella, quand'Euro più fiero l'assale,

può render queto il mar turbato pria.

Il giuoco, il riso, Venere e gli Amori

si veggon l'aere far sereno intorno,

ovunque suoni il dolce accento fuori.

Ed io, potendo far con voi soggiorno,

a l'armonia di quei celesti cori

poco mi curerei di far ritorno.


Gaspara Stampa

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Alto colle, gradito e grazioso (Gaspara Stampa)

Alto colle, gradito e grazioso,

novo Parnaso mio, novo Elicona,

ove poggiando attendo la corona,

de le fatiche mie dolce riposo:

quanto sei qui tra noi chiaro e famoso,

e quanto sei a Rodano e a Garona,

a dir in rime alto disio mi sprona,

ma l'opra è tal, che cominciar non oso.

Anzi quanto averrà che mai ne canti,

fia pura ombra del ver, perciò che 'l vero

va di lungo il mio stil e l'altrui innanti.

Le tue frondi e 'l tuo giogo verdi e 'ntero

conservi 'l cielo, albergo degli amanti.

colle gentil, dignissimo d'impero.


Gaspara Stampa

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Un intelletto angelico e divino (Gaspara Stampa)

Un intelletto angelico e divino,

una real natura ed un valore,

un disio vago di fama e d'onore,

un parlar saggio, grave e pellegrino,

un sangue illustre, agli alti re vicino,

una fortuna a poche altre minore,

un'età nel suo proprio e vero fiore,

un atto onesto, mansueto e chino,

un viso più che 'l sol lucente e chiaro,

ove bellezza e grazia Amor riserra

in non mai più vedute o udite tempre,

fûr le catene, che già mi legâro,

e mi fan dolce ed onorata guerra.

O pur piaccia ad Amor che stringan sempre!


Gaspara Stampa

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Voi, ch’ascoltate in queste meste rime (Gaspara Stampa)

Voi, ch'ascoltate in queste meste rime,

in questi mesti, in questi oscuri accenti

il suon degli amorosi miei lamenti

e de le pene mie tra l'altre prime,

ove fia chi valor apprezzi e stime,

gloria, non che perdon, de' miei lamenti

spero trovar fra le ben nate genti,

poi che la lor cagione è sì sublime.

E spero ancor che debba dir qualcuna:

– Felicissima lei, da che sostenne

per sì chiara cagion danno sì chiaro!

Deh, perché tant'amor, tanta fortuna

per sì nobil signor a me non venne,

ch'anch'io n'andrei con tanta donna a paro?


Gaspara Stampa

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Arbor felice (Gaspara Stampa)

Arbor felice, aventuroso e chiaro.

onde i due rami sono al mondo nati,

che vanno in alto, e son già tanto alzati,

quanto raro altri rami unqua s'alzâro:

rami che vanno ai grandi Scipi a paro,

o s'altri fûr di lor mai più lodati

(ben lo sanno i miei occhi fortunati,

che per bearsi in un d'essi miraro),

a te, tronco, a voi rami, sempre il cielo

piova rugiada, sì che non v'offenda

per avversa stagion caldo, né gelo.

La chioma vostra e l'ombra s'apra e stenda

verde per tutto; e d'onorato zelo

odor, fior, frutti a tutt'Italia renda.

Gaspara Stampa

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L’ Europa nel Tardo Medioevo

 

 

 

Nel tardo Medioevo iniziano i segnali di rinascita agricola, commerciale e culturale dell’Europa occidentale. A partire dal XI secolo le realtà comunali nelle Fiandre e nell’Italia centrale e settentrionale, e le Repubbliche marinare italiane danno un forte impulso economico, sociale e culturale ad a un continente assopito dalla caduta dell’impero dei romani d’occidente.

Contemporaneamente il Sacro Romano Impero continuava la sua frammentazione in una miriade di feudi italiani e tedeschi, sempre meno legati al potere dell’imperatore. Alcuni comuni si trasformano in importanti città stato (Milano, Venezia e Firenze). Si formano i primi stati nazionali come ancora oggi sono Francia, Inghilterra e Spagna.