E' meglio non riflettere affatto che non riflettere abbastanza (Tristan Bernard)
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Tutti gli articoli di paulus
A questo mondo (Pierre de Marivaux)
A questo mondo bisogna essere un po' troppo buoni, per esserlo abbastanza (Pierre de Marivaux)
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Le ricchezze (Salomone)
Le ricchezze moltiplicano gli amici, ma il povero è abbandonato anche dall'amico che ha. (Salomone)
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Vorrei catturare (Oscar Wilde)
Vorrei catturare il tuo cuore ed i tuoi sentimenti e giocare con loro e poi abbandonarli, come tu hai fatto con me (Oscar Wilde)
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La sottigliezza (Goethe)
La sottigliezza non abbandona mai gli uomini di spirito, specialmente quando sono nel torto. (Goethe)
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L’uomo è (Kurt Tucholsky)
L'uomo è un essere che fa rumore, cattiva musica e lascia abbaiare il
cane. Solo qualche rara volta sta zitto, ma allora è morto (Kurt Tucholsky)
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Saggio è colui (Hazrat Ali)
Saggio è colui che non ritiene infallibile il suo giudizio e non si lascia abbagliare da tutto ciò che gli sembra buono (Hazrat Ali)
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Abbandono (Vincenzo Cardarelli)
Volata sei, fuggita
come una colomba
e ti sei persa, l, verso oriente.
Ma mi son rimasti i luoghi che ti videro
e l'ore dei nostri incontri.
Ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
Vincenzo Cardarelli
Gabbiani (Vincenzo Cardarelli)
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il destino vivere
balenando in burrasca.
Vincenzo Cardarelli
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Qui ti amo… (Pablo Neruda)
Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte, stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte coni lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
da Venti poesie d’amore e una canzone disperata
Perchè tu possa ascoltarmi…
Perchè tu possa ascoltarmi le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l’uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E’ tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell’angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest’onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l’uva.
Pablo Neruda (da Venti poesie d’amore e una canzone disperata)