Tutti gli articoli di paulus

Petali sulle ceneri (Rabindranath Tagore)

Credo d'averti visto in sogno

prima di conoscerti,

tali sono le precognizioni

d'Aprile

prima della pienezza

primaverile.

La visione avuta da te

non è venuta

quando tutto era impregnato

dal profumo del sal fiorito,

quando lo scintillare

del fiume al tramonto

aggiungeva una frangia

al biondeggiare della sabbia,

quando i frastuoni

dei giorni estivi

vagamente s'intrecciavano?
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Invito (Rabindranath Tagore)

se vuoi riempir la ciotola per bere,
vieni vieni al mio lago.
l'acqua profonda bagnerà i tuoi piedi
ti dirà il suo segreto.
la pioggia s'avvicina
s'inumida la rena,
basse stanno le nubi,
sovra la chioma d'alberi ondeggianti:.
i tuoi folti capelli
sui tuoi occhi stellanti!
ho il ritmo dei tuoi passi dentro il cure.
Vieni, vieni al mio lago!

Rabindranath Tagore (1861-1941)
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Prima colazione (Jacques Prévert)

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

Jacques Prévert

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I Fenici

La storia non ci ha lasciato fonti dirette che ci descrivessero il popolo fenicio. Non abbiamo testi scritti e le uniche informazioni a noi pervenute ci vengono dagli storici di altri popoli. Questo popolo si è quasi certamente formato in seguito a diversi processi e fasi di migrazioni e fusioni di popoli nell’area che attualmente comprende: Libano, Israele, Siria, Palestina, Giordania ed Egitto.
 
arte finicia

 

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Sono quella che sono (Jacques Prévert)

Sono quella che sono Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non è sempre quello

Per cui faccio follie

Sono quella che sono

Sono fatta così

Che volete ancora

Che volete da me

Son fatta per piacere

Non c'è niente da fare

Troppo alti i miei tacchi

Troppo arcuate le reni

Troppo sodi i miei seni

Troppo truccati gli occhi

E poi

Che ve ne importa a voi

Sono fatta così

Chi mi vuole son qui

Che cosa ve ne importa

Del mio proprio passato

Certo qualcuno ho amato

E qualcuno ha amato me

Come i giovani che s'amano

Sanno semplicemente amare

Amare amare…

Che vale interrogarmi

Sono qui per piacervi

E niente può cambiarmi.

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I ragazzi che si amano (Jacque Prévert)

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto pi lontano della notte
Molto pi in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

Jacque Prévert (1900-1977)
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Leon Trotsky (1879-1940)

TrotskyDi origine ebraica, aderì al movimento rivoluzionario nel 1896. Due anni dopo venne incriminato in un investigazione giudiziaria indetta contro il sindacato operaio del sud della Russia e condannato a quattro anni di Siberia. Dopo essersi sistemato nella città di Verkholensk, riuscì a trovare la via della fuga.

Nel 1902 lavorò con Lenin alla redazione dell’Iskra, ma con Lenin ruppe l’anno successivo sulla natura del partito rivoluzionario e si alleò con i menscevichi.
Durante il Secondo Congresso del partito socialdemocratico russo (quello della spaccatura), ci ricorda Anatoly Vasilievich Lunacharsky nel suo Silhouettes rivoluzionarie (1923), Trotsky attaccò Plechanov, "con inusuale calore e con termini poco lusinghieri. Il Trotsky di quei giorni era senza dubbio caratterizzato dal suo grande impeto giovanile. A dire il vero, a causa della sua giovane età nessuno lo prendeva troppo seriamente, ma tutti ammisero ch’egli possedeva un rimarcabile talento come oratore, avvertendo anche, certamente, che non di un pulcino si trattava, ma di una giovane aquila".

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Howard Phillips Lovecraft

Howard Phillips Lovecraft naque il 20 agosto 1890 a Providence (USA), è considerato uno dei più grandi autori horror di sempre, ed ha sicuramente lasciato un segno indelebile non solo tra i lettori, ma soprattutto tra una vasta schiera di scrittori che si ispirarono a lui. La sua particolarità sta nell’aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione dell’orrore si colloca addirittura sul piano cosmico.

 

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