Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli.
Vittorio Alfieri
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Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli.
Vittorio Alfieri
La cultura non è professione per pochi: è una condizione per tutti, che completa l’esistenza dell’uomo
Elio Vittorini
La Legge di Jante è un concetto presente nella cultura scandinava e in generale nordica. È stato originariamente formulato dall’autore Dano-norvegese Aksel Sandemose, nel romanzo Un fuggitivo incrocia le sue tracce del 1933.
La legge di Jante viene oggi associata a qualsiasi società o comunità di persone che sia chiusa, presuntuosa, diffidente dell’esterno e di mentalità ristretta. Jante è il nome dato da Sandemose a un piccolo villaggio danese, ispirato a Nykøbing Mors, il suo paese natale.
L’idea più stravagante che possa nascere nella testa di un uomo politico è quella di credere che sia sufficiente per un popolo entrare a mano armata nel territorio di un popolo straniero per fargli adottare le sue leggi e la sua costituzione. Nessuno ama i missionari armati; il primo consiglio che danno la natura e la prudenza è quello di respingerli come nemici. […] Voler dare la libertà ad altre nazioni prima di averla conquistata noi stessi, significa garantire insieme la servitù nostra e quella del mondo intero. […] Sono stati i parlamenti, i nobili, il clero, i ricchi che hanno dato la spinta alla rivoluzione; solo dopo è comparso il popolo. Essi se ne sono pentiti o per lo meno hanno voluto fermare la rivoluzione quando hanno visto che il popolo poteva riconquistare la sua sovranità; ma sono loro che l’hanno cominciata; senza la loro resistenza e i loro calcoli sbagliati la nazione sarebbe ancora sotto il giogo del dispotismo.
(2 gennaio 1972: da Oevres, t. VIII, pp. 81-83)
Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.
(Nazim Hikmet, "Lettere dal carcere a Munevver")
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Chi sa amare sinceramente sa anche odiare altrettanto onestamente. Paolo Marenghi
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