Archivi categoria: Cultura

I due Muli (Jean de La Fontaine)

Un Mulo che portava sulla schiena
dei sacchi d'or per conto dello Stato,
tutto superbo camminava a lato
d'un altro Mulo carico d'avena.
Agitando la criniera
colla bella sonagliera
del nemico ei fu cagione
che attirasse sull'oro l'attenzione.
   
Tratta dal buon bottin ecco una banda
piomba sul regio Mulo, e una tempesta
di colpi piove a lui sopra la testa
che invan sospira e ragli al cielo manda.
– Poveretto, – esclama, – a morte
mi conduce l'alta sorte!
Te felice che d'avena,
non di tesor hai carica la schiena!

– Buon amico, è questo il guaio,
 degl'impieghi illustri ed alti, –
 gli rispose il camerata:
 - meglio il mulo d'un mugnaio
 che il dover far certi salti -.

Jean de La Fontaine

Continua la lettura di I due Muli (Jean de La Fontaine)

La Rana e il Bove (Jean de La Fontaine)

Grande non più d'un ovo di gallina
vedendo il Bove e bello e grasso e grosso,
una Rana si gonfia a più non posso
per non esser del Bove più piccina.
   
– Guardami adesso, – esclama in aria tronfia, –
son ben grossa? – Non basta, o vecchia amica -.
E la rana si gonfia e gonfia e gonfia
infin che scoppia come una vescica.
   
Borghesi, ch'è più il fumo che l'arrosto,
signori ambiziosi e senza testa,
o gente a cui ripugna stare a posto,
quante sono le rane come questa!

Jean de La Fontaine

Continua la lettura di La Rana e il Bove (Jean de La Fontaine)

Afrodite

{mosimage}La Venere dei Romani, dea della bellezza e dell'amore sensuale; figlia,
secondo Omero di Giove e di Didone, sarebbe invece nata, secondo una
leggenda più diffusa, e che trova giustificazione nell'etimologia greca
del nome dalla schiuma, emergendo in tutto lo splendore della sua
venustà e incomparabile grazia.
Era rappresentata, cinto il corpo di rose e di mirto, velato il fiore
della sua femminilità da una misteriosa cintura, tirato il carro da
passeri, colombi e cigni, col giocondo corteggio del riso, dei giochi,
dello zefiro, delle grazie e degli amorini.

Continua la lettura di Afrodite

Aedona

Figlia di Pandarèo, sposò Zeto re di Tebe, dal
quale ebbe un unico figlio, Ati. Gelosa della prolificità della
Tantalide Niobe. sua cognata, si propose di uccidere, nell'oscurità
della notte, il maggiore dei figli, ma, per errore, uccise invece il
proprio figlioletto. Giove, mosso a compassione dalle lacrime disperate
di lei, la mutò, in usignolo.

Continua la lettura di Aedona