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Zoroastrismo

Il profeta Zoroastro o Zarathustra (chi non ha letto Nietzsche), originario della Media (da li proviene anche l’erba medica da cui prende il nome), riformò il Mazdeismo. Egli andò via dal suo paese e si rifugiò nell’ Iran Orientale ove trovò numerosi proseliti, tra cui viene annoverato il principe Histape, padre del sovrano Dario. La popolazione locale continuamente esposta al pericolo delle invasioni delle popolazioni nomadi si trovò ben disposta ad accettare i dettami di una religione basata sulla redenzione.

 

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Così noi non andremo piu’ vagando (George Byron)

Così noi non andremo pi vagando
Tanto tardi nella notte, anche se ancora
Come sempre ama il cuore e come sempre
Splende la luna.
Perchè la spada consuma il fodero
E dall'anima il petto consumato;
Deve aver posa il cuore per rivivere
E riposare amore.
Benchè la notte sia fatta per amare
E troppo presto il giorno ritorni,
Pure noi non andremo più vagando
Al lume della luna.

George Byron
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Arance i tuoi capelli (Paul Eluard)

Arance i tuoi capelli e intorno il vuoto

Del mondo, e intorno il vuoto anche dei vetri

Carichi d'ombra e di silenzio dove

Cercano tutti i tuoi riflessi queste

Mie mani nude.

Chimerica la forma del tuo cuore

E il tuo amore assomiglia al mio perduto

Desiderio. O sospiri d'ambra, sogni,

Sguardi.

Ma tu non sei rimasta sempre

Con me. La mia memoria ancora nebbia,

Ch t'ha vista venire, andare. Il tempo

Di parole si avvale, come amore.

Paul Eluard (1895-1952)

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IL serpente che danza (Charles Baudelaire)

O quantamo vedere, cara indolente,

delle tue membra belle,

come tremula stella rilucente,

luccicare la pelle!

Sulla capigliatura tua profonda

dallacri essenze asprine,

odorosa marea vagabonda

di onde turchine,

come un bastimento che si desta

al vento antelucano

lanima mia al salpare sappresta

per un cielo lontano.

I tuoi occhi in cui nulla si rivela

di dolce n damaro

son due freddi gioielli, una miscela

doro e di duro acciaro.

Quando cammini cadenzatamente

bella nellespansione,

si direbbe, al vederti, che un serpente

danzi in cima a un bastone.

Charles Baudelaire

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