Archivi categoria: Cultura

Come i pesci (Carlos Varela)

Le chiese parlano della salvezza

e la gente prega e chiede cose in silenzio

come i pesci

e sul volto di Ges c' una lacrima che scende

lacrime nere.

E i padri non vogliono pi parlare della situazione,

sopravvivono prigionieri e sono abituati a tacere

come i pesci

e sul volto dei loro figli c' una lacrima che scende

lacrime nere.

"Sebbene tu mi abbia gettato nell'abbandono

sebbene ormai siano morte tutte le mie illusioni,

piango senza che tu sappia che questo pianto mio ha lacrime
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La politica non ci sta dentro alla zuccheriera (Carlos Varela)

Un amico si comprato una Chevrolet del '59
non le ha voluto cambiare alcuni pezzi e adesso non si muove.
Fa molto caldo nella vecchia Avana
la gente aspetta qualcosa, ma non succede niente.

Un tizio ha gridato si salvi chi pu,
ogni giorno sale di pi la marea.
Felipito se n' andato negli Stati Uniti,
l soffre il freddo e qui si annoiava,
ma capiscimi fratello, prendila come ti pare,
la politica non entra nella zuccheriera.

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Chi sminuisce i miei beni? (Miguel de Cervantes)

Chi sminuisce i miei beni?
Gli sdegni!
E chi ingigantisce i miei duoli?
I sospetti!
E chi mette alla prova la calma?
L'assenza!
Di questo passo il mio strazio
d'ogni conforto mai sazio,
e mi spengon sin la speranza
sdegni , sospetti ed assenza.
Chi causa di questo dolore ?
L'amore!
E chi alla mia gloria d morte?
La sorte!
E chi d il suo assenzo al mio duolo?
Il cielo!
Di questo passo ho timore
di patire all'estremo un male strano
perch congiurati a mio danno
son cielo e sorte ed amore.
Chi migliorer la mia sorte?
La morte!
E il ben d'amore chi l'avrà?
Il caso!
E chi prende a cuore i suoi mali?
La follia!
Di questo passo da stolti
voler guarir la passione,
quando i rimedi non sono
che morte, capriccio e pazzia .

Miguel de Cervantes
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Ah vastità di pini (Pablo Neruda)

Ah vastit di pini, rumore d'onde che si frangono,
lento gioco di luci, campana solitaria,
crepuscolo che cade nei tuoi occhi, bambola
chiocciola terrestre, in te la terra canta!
In te i fiumi cantano e in essi l'anima mia fugge
come tu desideri e verso dove tu vorrai.
Segnami la mia strada nel tuo arco di speranza
e lancer in delirio il mio stormo di frecce.
Intorno a me sto osservando la tua cintura di nebbia
e i1 tuo silenzio incalza le mie ore inseguite,
e sei tu ton le tue braccia di pietra trasparente
dove i miei baci si ancorano e la mia umida ansia s'annida.
Ah la tua voce misteriosa che l'amore tinge e piega
nel crepuscolo risonante e morente!
Cos in ore profonde sopra i campi ho visto
piegarsi le spighe sulla bocca del vento.

Pablo Neruda
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Tutta nuda (Luciano Folgore)

Te, nuda dinanzi la lampada rosa,
e gli avori, gli argenti, le madreperle,
pieni di riflessi
della tua carne dolcemente luminosa.

Un brivido nello spogliatoio di seta,
un mormorio sulla finestra socchiusa,
un filo d'odore, venuto
dalla notte delle acacie aperte,
e una grande farfalla che ignora
che intorno a te
non si bruciano le ali,
ma l'anima.

Luciano Folgore

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O sorella dell ‘astro fulgente (Goethe)

O sorella dell'astro fulgente,
tenerezza ravvolta in cordoglio,
una nebbia sottile d'argento
nuota al vago tuo viso d'intorno.
Il tuo passo leggero ridesta,
da recessi di tenebre fonde,
l'alme tristi, divise dal mondo:
me, e gli uccelli notturni con me.

Indagante il tuo sguardo disvaria,
lungo e largo, per ampia distesa:
a te accanto sollevami in aria;
al fantastico appresta tal bene!
E, cullandomi in pieno godere,
oh, ch'io veda fra i vetri e i cancelli,
la stanzetta ove trepida quella
che il mio cuore tutto empie di si

Johann Wolfgang Goethe
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Verlaine (Federico Garcia Lorca)

La canzone,
che non dirò mai,
dorme sulle mie labbra.
La canzone,
che non dirò mai.
Una lucciola stava
sopra le madreselve,
e la luna pungeva,
con un raggio nell'acqua.

Allora io sognai,
la canzone,
che non dirò mai.

Canzone piena di labbra
e di alvei lontani.

Canzone piena di ore
smarrite nell'ombra.

Canzone di viva stella
sopra un giorno eterno.

Federico Garcia Lorca

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Abbiamo perso… (Pablo Neruda)

Abbiamo perso anche questo crepuscolo.

Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano

mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra

la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta

mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.

Io ti ricordavo con l'anima oppressa

da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?

Tra quali genti?

Dicendo quali parole?

Perch mi investir tutto l'amore di colpo

quando mi sento triste e ti sento lontana?

E' caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo

e come cane ferito il mantello mi si accucciato tra i piedi.

Sempre, sempre ti allontani la sera

e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

Pablo Neruda
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