Una delle cinquanta figlie di Dànao, che, sposato
Encèlado, ubbidiente al comando paterno, lo uccise la prima notte delle
nozze. Agitata dai rimorsi, si rifugiò tra le selve, nell'atto di
saettare una cerva, colpì per errore un Satiro che la rincorse e la
possedette riluttante, mentre ella invocava in aiuto Nettuno. Questi,
male interpretando l'invocazione della Danaide, dopo d'averla goduta
anche lui, la mutò in fonte.
Encèlado, ubbidiente al comando paterno, lo uccise la prima notte delle
nozze. Agitata dai rimorsi, si rifugiò tra le selve, nell'atto di
saettare una cerva, colpì per errore un Satiro che la rincorse e la
possedette riluttante, mentre ella invocava in aiuto Nettuno. Questi,
male interpretando l'invocazione della Danaide, dopo d'averla goduta
anche lui, la mutò in fonte.