Archivi categoria: Poesia

Se l’alma è ver, dal suo corpo disciolta (Michelangelo Buonarroti)

Se l'alma è ver, dal suo corpo disciolta,
che 'n alcun altro torni
a' corti e brevi giorni,
per vivere e morire un'altra volta,
la donna mie, di molta
bellezza agli occhi miei,
fie allor com'or nel suo tornar sì cruda?
Se mie ragion s'ascolta,
attender la dovrei
di grazia piena e di durezza nuda.
Credo, s'avvien che chiuda
gli occhi suo begli, arà, come rinnuova,
pietà del mie morir, se morte pruova.

Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
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S’egli è che ‘l buon desio (Michelangelo Buonarroti)

S'egli è che 'l buon desio
porti dal mondo a Dio
alcuna cosa bella,
sol la mie donna è quella,
a chi ha gli occhi fatti com'ho io.
Ogni altra cosa oblio
e sol di tant'ho cura.
Non è gran maraviglia,
s'io l'amo e bramo e chiamo a tutte l'ore;
né propio valor mio,
se l'alma per natura
s'appoggia a chi somiglia
ne gli occhi gli occhi, ond'ella scende fore.
Se sente il primo amore
come suo fin, per quel qua questa onora:
c'amar diè 'l servo chi 'l signore adora.

Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
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Se tu sapessi (Pedro Salinas)

Se tu sapessi che quel
grande singhiozzo che stringi
tra le braccia, che quella
lacrima che tu asciughi
baciandola,
vengon da te, sono te,
pena di te fatta lacrime
mie, singhiozzi miei.
Allora
non chiederesti più
– al passato, ai cieli,
alla fronte, alle lettere –
che cosa ho, perchè soffro.
E in intimo silenzio,
con quel denso silenzio
della luce e del capire,
mi baceresti ancora,
e desolatamente.
Con la desolazione
di chi al fianco non ha
altro essere, una pena
estranea; di chi è solo
ormai col suo dolore.
Volendo consolare
in altro chimerico
il gran dolore ch'è tuo.

Pedro Salinas (1892-1951)
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S’egli è (Michelangelo Buonarroti)

S'egli è, donna, che puoi
come cosa mortal, benché sia diva
di beltà, c'ancor viva
e mangi e dorma e parli qui fra noi,
a non seguirti poi,
cessato il dubbio, tuo grazia e mercede,
qual pena a tal peccato degna fora?
Ché alcun ne' pensier suoi,
co' l'occhio che non vede,
per virtù propia tardi s'innamora.
Disegna in me di fuora,
com'io fo in pietra od in candido foglio,
che nulla ha dentro, e èvvi ciò ch'io voglio.

Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
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S’un casto amor (Michelangelo Buonarroti)

S'un casto amor, s'una pietà superna,
s'una fortuna infra dua amanti equale,
s'un'aspra sorte all'un dell'altro cale,
s'un spirto, s'un voler duo cor governa;
s'un'anima in duo corpi è fatta etterna,
ambo levando al cielo e con pari ale;
s'amor d'un colpo e d'un dorato strale
le viscer di duo petti arda e discerna;
s'amar l'un l'altro e nessun se medesmo,
d'un gusto e d'un diletto, a tal mercede
c'a un fin voglia l'uno e l'altro porre:
se mille e mille, non sarien centesmo
a tal nodo d'amore, e tanta fede;
e sol l'isdegno il può rompere e sciorre.

Michelangelo Buonarroti (1475-1564)

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William E Emily (Edgar Lee Masters)

C'è qualcosa nella Morte
che è come l'amore!
Se con qualcuno che ti ha fatto conoscere la passione,
e l'ardore dell'amore giovane,
anche tu, dopo anni di vita
insieme, senti che la fiamma si va estinguendo,
e così insieme andate svanendo,
gradualmente, impercettibilmente, con delicatezza,
come stando abbracciati,
attraverso la stanza consueta –
questo è il potere dell'unisono tra anime
che è come l'amore!

Edgar Lee Masters (1869-1950)
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Er primo amore (Trilussa)

Fu un venerdì, pe' Pasqua Befania,
er sei gennaro der novantasei.
– No, Checchino, è impossibbile! Tu sei
troppo scocciante co' 'sta gelosia!

Nun se capirne più! – me disse lei –
Addio, Checchino… – E se n'agnede via.
Volevo dije: – Caterina mia,
vie qua, nun me lascia!… – Ma nun potei!

Tu nun me crederai: da quer momento
m'è arimasta una spina drente ar core:
è più d'un anno e ancora me la sento!
Ne la malinconia de li ricordi
naturarmente resta er primo amore…
Come diavolo vói che me ne scordi?

Trilussa (1871-1950)
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Momenti scemi (Trilussa)

Le lettere ch'ha scritto Rosa mia
l'avrebbe d'abbrucia, ma nun ciò core:
le tengo chiuse drente a un tiratore
framezzo a li mazzetti de gaggia.
Fa tanto bene a ripensa a l'amore
ne li momenti de malinconia:
provi una spece de nun so che sia,
come un piacere de sentì dolore.
Ched'è? da che dipenne? Nun saprei:
ma so che 'st'impressione io me la sento
se rileggo le lettere de lei.
Se tu vedessi quante ce ne stanno!
Me n'avrà scritte armeno un quattrocento.
perché m'ha cojonato più d'un anno!

Trilussa (1871-1950)
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Solitario, vengo a visitarti (Alexander Blok)

Solitario, vengo a visitarti,
ammaliato dai fuochi dell'amore.
Tu dici la ventura. – Non chiamarmi. –
Ormai da tempo strologo io stesso
Dal pesante carico degli anni
solo il sortilegio mi ha salvato,
e stròlogo di nuovo su di te,
ma confuso e non limpido è il responso.
Dal sortilegio sono avvinti i giorni,
io vezzeggio gli anni, – non chiamare…
Forse si spegneranno presto i fuochi
dello stregato tenebroso amore?

Alexander Blok (1880-1921)
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