Archivi categoria: Poesia

Che cos’è l’amore? (Pier Della Vigna)

Però ch' Amore non se po' vedere,
E no si tratta corporalmente:
Manti ne son di sì folle sapere,
Che credono ch'Amore sia niente.
Ma po'ch'Amore si face sentere
Dentro dal cor signoreggiar la gente,
Molto maggiore pregio de'avere,
Che se 'l vedessen visibelemente.
Per la virtute della calamita,
Come lo ferro attrae, non si vede,
Ma sì lo tira signorevolmente.
E questa cosa a credere m'invita
Che Amore sia; e dammi grande fede
Che tutor fia creduto fra la gente.

Pier Della Vigna

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Amaranta (Rafael Alberti)

Biondi, lucidi seni di Amaranta,

limati da una lingua di levriero.

Portico di limoni, dal sentiero

disviati che alla tua gola monta.

Rosso, un ponte di riccioli sormonta

il volto e incendia i tuoi ondulati avorii.

Morde e ferisce dei denti il biancore,

curvo, per aria, ti innalza nel vento.

Solitudine dorme in ombratura,

calza il suo piede di zeffiro e scende

dall'alto olmo al mar della pianura.

E il corpo in ombra, oscuro, le si accende,

e gladiatrice, come brace impura,

tra Amaranta e il suo amante si distende.

Rafael Alberti (1902-1999)

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Sogno (Giovan Battista Marino)

È sogno o ver? Se sogno, ahi, chi depinge

viva la bella imagine alla mente?

Come fiamma sì lucida e sì ardente

gelid'ombra notturna esprime e finge?

S'è ver, qual lieta stella or la sospinge

cortese a consolar questo dolente?

Da qual nova pietà mossa repente

la sua man mi distende e la mia stringe?

Questo è pur il mio sol, l'idolo mio;

è pur la bianca man questa ch'io veggio.

lo la tocco, io la bacio. lo son pur io.

Ciò che sei, vero o sogno, altro non cheggio.

Se sei vero, è già pago il gran desio

e se sei sogno, io volentier vaneggio.

Giovan Battista Marino

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Canto (Giovan Battista Marino)

O voi, che lieti ove vi spinge e mena

in mal secura nave aura seconda,

l'infido mar, che tanti legni affonda,

ite solcando d'una in altra arena,

di questa bella e micidial sirena

fuggite il canto inver la destra sponda:

canto, cui par non ha la terra o l'onda

dala riva d'Eurota ala tirrena.

Pur, se 'l ciel mai vi guida al dolce loco,

con greco ingegno, ove lusinga amore,

chiudete il varco al'armonia di foco

Ma di fral cera a sì possente ardore

l'orecchio armar che val, s'anco val poco

armar di smalto adamantino il core?

Giovan Battista Marino

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Bella schiava (Giovan Battista Marino)

Nera sì, ma se' bella, o di Natura
fra le belle d'Amor leggiadro mostro.
Fosca è l'alba appo te, perde e s'oscura
presso l'ebeno tuo l'avorio e l'ostro.
Or quando, or dove il mondo antico o il nostro
vide sì viva mai, sentì sì pura,
o luce uscir di tenebroso inchiostro,
o di spento carbon nascere arsura?
Servo di chi m'è serva, ecco ch'avolto
porto di bruno laccio il core intorno,
che per candida man non fia mai sciolto.
Là 've più ardi, o sol, sol per tuo scorno
un sole è nato, un sol che nel bel volto
porta la notte, ed ha negli occhi il giorno.

Giovan Battista
Marino

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