Archivi categoria: Poesia

Piccoli sogni (Carlos Valera)

Il camionista accende la radio

e cala la notte,

le luci sulla strada sono come i sogni,

si avvicinano adagio e quando arrivano

tornano ad andarsene.

Nella cabina c'è il poster della ragazza di Playboy,

lei lo guarda fisso, non lo lascia dormire,

lui sa che queste non sono grandi cose,

ma sono i suoi sogni,

quei piccoli sogni che aiutano anche loro a vivere.

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Lasciati amare (Oscar Wilde)

Il mio tenero amore

bambino inascoltato

totalmente indifeso.,

cresciuto in solitudine

avverte il vuoto nero

dell'assenza, ignora

la pazienza dell'attesa.

Diafano sogno

crudele tuberosa

da cui affiora

la vetta dell'orgoglio.

M'accora l'ostinato silenzio,

svaluta l'anima

l'elusiva parvenza di passione.

Realtà non verbale

di vana sofferenza.

Mio cuore, vittima

e carnefice se tu duro fossi,

impermeabile come nido

d'alcione, se memore

della cruda illusione,

ragione nutriresti

che non si apprende

la felicità.

Oscar Wilde – Siena, 27 ottobre 1992
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Giochi ogni giorno (Pablo Neruda)

Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.

Sottile visitstrice, giungi nel fiore e nell'acqua.

Sei più di questa bianca testina che stringo

come un grapolo tra le mie mani ogni giorno.

A nessuno rassomigli da che ti amo.

Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.

chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?

Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

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Tentazione (Sibilla Aleramo)

Hai avuto un gesto delle mani, dolce,

mentre parlavi dell'amore femmineo,

hai figurato col cavo delle mani dolcemente

la raccolta e tremula dedizione d'un cuore.

Per qualche attimo così m'hai tenuta,

il giovanile fuoco dei tuoi occhi rideva

desioso e scherzoso, e m'avvolgeva,

per qualche attimo come in nuvole d'oro.

Oh abbandonarsi e tutta rabbrividire,

innamorata d'un lucente sguardo,

oh rivivere alla gioia e rossa rifiorire

ed aulente prostrarsi ad una carezza forte!

Poi piangere piangere soavemente.

Da tanto tempo resisto altera e sola!

Le lagrime son tante che vorrei versare!

Ma tu su la mia fronte e sul fermo viso

Hai letto solamente forza e signoria,

mentre a cimentarmi dicevi

che troppo io ho l'anima virile

e certo non so non so piegarmi e darmi.

Il giovanile fuoco dei tuoi occhi rideva,

hai avuto un gesto delle mani, dolce…


Sibilla Aleramo
(1876-1960)
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Le mani (Gabriele D’Annunzio)

Le mani delle donne che incontrammo
una volta, e nel sogno, e ne la vita:
oh quelle mani, Anima, quelle dita
che stringemmo una volta, che sfiorammo
con le labbra, e nel sogno, e ne la vita!
Fredde talune, fredde come cose
morte, di gelo (tutto era perduto):
o tiepide, parean come un velluto
che vivesse, parean come le rose:
rose di qual giardino sconosciuto?

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Eros (Umberto Saba)

Sul breve palcoscenico una donna

fa, dopo il Cine, il suo numero.

Applausi, e scherno credo, ripetuti.

In piedi, del loggione in un canto, un giovinetto,

mezzo spinto all'infuori, coi severi

occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.

È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra

cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,

pensa se questo è l'amore. I lustrini

sul gran corpo di lei, col gioco vario

delle luci l'abbagliano. E i severi

occhi riaperti, là più non li volge.

Solo ascolta la musica, leggera

musichetta da trivio, anche a me cara

talvolta, che per lui si è fatta, dentro

l'anima sua popolana ed altera,

una marcia guerriera.

Umberto Saba (1883-1957)
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Vien la mia donna (Giovan Battista Marino)

Vien la mia donna in su la notte ombrosa

qual suole apunto il mio pensier formarla

e qual col rozzo stil tento ritrarla,

ma qual mai non la vidi a me pietosa.

"Pon freno al pianto, e pace spera, e posa,

o mio fedel, che tempo è da sperarla"

sorridendo mi dice, e mentre parla

m'offre del labro l'animata rosa.

Allor la bacio: ella ribacia e sugge;

lasso, ma 'l bacio in nulla ecco si scioglie,

e con la gioia insieme il sonno fugge.

Or qual, perfido Amor, fra tante doglie

deggio attender mercé da chi mi strugge,

se i mentiti diletti anco mi toglie?


Giovan Battista Marino
(1569-1625)
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Deh, Violetta, che in ombra d’amore (Dante Alighieri)

Deh, Violetta, che in ombra d'Amore

negli occhi miei sì subito apparisti,

aggi pietà del cor che tu feristi,

che spera in te e disiando more.

Tu, Violetta, in forma più che umana,

foco mettesti dentro in la mia mente

col tuo piacer ch'io vidi;

poi con atto di spirito cocente

creasti speme, che in parte mi sana

la dove tu mi ridi.

Deh, non guardare perché a lei mi fidi,

ma drizza li occhi al gran disio che m'arde,

ché mille donne già per esser tarde

sentiron pena de l'altrui dolore.


Dante Alighieri
(1265-1321)
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De gli occhi de la mia donna (Dante Alighieri)

De gli occhi de la mia donna si move

un lume sì gentil che, dove appare,

si veggion cose ch' uom non pò ritrare

per loro altezza e per lor esser nove:

e de' suoi razzi sovra 'l meo cor piove

tanta paura, che mi fa tremare

e dicer : "Qui non voglio mai tornare";

ma poscia perdo tutte le mie prove:

e tornomi colà dov'io son vinto,

riconfortando gli occhi paurusi,

che sentier prima questo gran valore.

Quando son giunto, lasso!, ed e' son chiusi;

lo disio che li mena quivi è stinto:

però proveggia a lo mio stato Amore.


Dante Alighieri
(1265-1321)
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