Archivi categoria: Poesia

Ad amorem (Matteo Maria Boiardo)

Alto diletto che ralegri il mondo

e le tempeste e i venti fai restare,

l'erbe fiorite e fai tranquillo il mare,

ed a' mortali il cor lieto e iocondo,

se Jove su nel cielo e giù nel fondo

fecisti il crudo Dite inamorare,

se non se vide ancora contrastare

a le tue forze primo né secondo,

qual fia che or te resista, avendo apreso

foco insueto e disusato dardo

che dolcemente l'anima disface?

Con questo m'hai, Signor, già tanto inceso

per un suave e mansueto guardo

che in altra sorte vita non mi piace.


Matteo Maria Boiardo
(1441-1494)
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Le sedie dormono in piedi (Nazim Hikmet)

Le sedie dormono in piedi

anche il tavolo

il tappeto sdraiato sul dorso

ha chiuso gli arabeschi

lo specchio dorme

gli occhi delle finestre sono chiusi

il balcone dorme

con le gambe penzolanti nel vuoto

i camini sul tetto dirimpetto dormono

sui marciapiedi dormono le acacie la nuvola dorme

stringendosi al petto una stella

in casa fuori di casa dorme la luce

ma tu ti sei svegliata mia rosa

le sedie si sono svegliate

si precipitano da un angolo all'altro anche il tavolo

il tappeto si è messo a sedere

gli arabeschi hanno aperto i petali

lo specchio si è risvegliato come un lago all'aurora

le finestre hanno spalancato

immensi occhi azzurri

il balcone si è risvegliato

ha tirato su dal vuoto le gambe

i camini dirimpetto si son messi a fumare

le acacie han cominciato a chiacchierare

sui marciapiedi la nuvola si è svegliata

ha lanciato la sua stella nella nostra stanza

in casa fuori di casa la luce si è risvegliata

si è versata sui tuoi capelli

è colata tra le tue palme

ha cinto la tua vita nuda i tuoi piedi bianchi.


Nazim Hikmet
(1902-1963)
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Sotto la pioggia camminava la primavera (Nazim Hikmet)

Sotto la pioggia camminava la primavera

con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca

chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli

il mio cardiogramma era pessimo quel giorno

quel che si attende verrà in un'ora inattesa

verrà tutto da solo

senza condurre con sè

coloro che già partirono

suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia

salirai le scale senza di me

un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone

sotto la pioggia camminava la primavera

con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca

ti sei seduta di fronte a me non mi vedi

sorridi a una tristezza che fuma lontano

la primavera ti porta via da me ti conduce altrove

e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.


Nazim Hikmet
(1902-1963)
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