Archivi categoria: Poesia

Nome non ha (Sibilla Aleramo)

Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com'altri a'miei canti,
ma, guarda,
se amore non
pur vero
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m'importa come di te,
de'tuoi occhi de'tuoi occhi
donde s rado mi sorridi,
della tua sorte che non m'affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo pi caro m',
e anch'esso,
e anch'esso quel tuo bene
nome non ha

Sibilla Aleramo (1876-1960)
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Sensazione (Arthur Rimbaud)

Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.

io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.

Arthur Rimbaud

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Felicità (Arthur Rimbaud)

O stagioni, o castelli, quale anima è senza difetti?
O stagioni, o castelli,
ho fatto il magico studio della felicità che nessuno elude.
Oh, viva lei, ogni volta che canti il gallo gallico.
Ma non avrò più desideri: essa s'è incaricata della mia vita.
Questo incanto! prese anima e corpo e disperse ogni sforzo.
Come comprendere la mia parola? Bisogna ch'essa fugga e voli!
O stagioni, o castelli!

Arthur Rimbaud

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La mia boheme (Arthur Rimbaud)

I pugni nelle tasche rotte, me ne andavo
con il mio pastrano diventato ideale;
sotto il cielo andavo, o Musa, a te solidale;
oh! là, là! quanti splendidi amori sognavo!

La sola braca aveva un largo buco. – In corsa
sgranavo rime, Puccetto sognante. E l'Orsa
Maggiore era la mia locanda. – Lassù
le stelle in cielo avevano un dolce fru fru;

le ascoltavo, seduto ai lati delle strade,
nelle sere del buon settembre ove rugiade
mi gocciavano in fronte un vino di vigore;

e, rimando in mezzo ai tenebrosi fantastici,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie scarpe ferite, un piede sul cuore!

Arthur Rimbaud

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Vedo attorno a me grigi sepolcri (Emily Brontë)

Vedo attorno a me grigi sepolcri

lunghe ombre che giungono lontano.

Sotto le zolle che i miei piedi calpestano

giacciono in solitudine e silenzio i morti –

Sotto l'erba – sotto il tumulo –

nel freddo, sempre, e nell'oscurità –

e i miei occhi versano lacrime

che la memoria serba da anni svaniti,

poiché Tempo e Morte e Dolore mortale

feriscono di ferite insanabili –

che io ricordi una parte appena

del dolore visto e provato laggiù

né il cielo – puro e benedetto –

ha mai dato pace al mio spirito…

Emily Brontë

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Rimembranza (Emily Brontë)

Freddo nella terra – pesa su te la neve profonda,

lontano, lontano, isolato, freddo nella tetra tomba!

Ho dimenticato, mio unico amore, di amarti,

divisa infine dall'onda del tempo che tutto divide?

Non vagano più, in solitudine, i miei pensieri

oltre le montagne, là, sulle sponde del nord,

riposando le ali dove erica e felci, per sempre,

per sempre nascondono il tuo nobile cuore?
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