Archivi categoria: Poesia

Quella … (Giovanni Della Casa)

Quella, che del mio mal cura non prende,
come colpa non sia de' suoi begli occhi
quant'io languisco, o come altronde scocchi
l'acuto stral che la mia vita offende,

non gradisce il mio cor, e no 'l mi rende,
perch'ei sempre di lacrime trabocchi;
n vl ch'i' pra, e perch gi mi tocchi
Morte col braccio, ancor non mi difende.

E io son preso, ed 'l carcer aperto;
e giungo a mia salute, e fuggo indietro;
e gioia 'n forse bramo, e duol ho certo.

Da spada di diamante un fragil vetro
schermo mi face: e di mio stato incerto
n morte Amor da te, n vita impetro.

Giovanni Della Casa (1503-1556)

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Non si debbono affrettare le voluttà di Venere (Ovidio Nasone)

Credimi: non si debbono affrettare
le voluttà di Venere; tardarle
giova con lenti prolungati indugi.
Quando i luoghi hai trovati ov'ella gode
d'esser toccata, allor non ti trattenga
dalle carezze tue nessun pudore;
sfavillanti di trmulo fulgore
le vedrai gli occhi, come quando il sole
splende in un'acqua mobile riflesso.
E poi lagni mrmure, e un soave
gemere, e gridi al dolce giuoco amici.

Ovidio Nasone (43 a.C.-16 d.C.)
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Posso scrivere i versi (Pablo Neruda)

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Scrivere, per esempio. "La notte stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".

E il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

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Donna (Umberto Saba)

Quand'eri
Giovinetta pungevi
Come una mora di macchia.Anche il piede
T'era un'arma, o selvaggia.

Eri difficile a prendere.
                           
Ancora
Giovane, ancora
Sei bella. I segni
Degli anni, quelli del dolore, legano
L'anime nostre, una ne fanno. E dietro
I capelli nerissimi che avvolgono
Alle mie dita, pi non temo il piccolo
Bianco puntuto orecchio demoniaco.

Umberto Saba
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Come i pesci (Carlos Varela)

Le chiese parlano della salvezza

e la gente prega e chiede cose in silenzio

come i pesci

e sul volto di Ges c' una lacrima che scende

lacrime nere.

E i padri non vogliono pi parlare della situazione,

sopravvivono prigionieri e sono abituati a tacere

come i pesci

e sul volto dei loro figli c' una lacrima che scende

lacrime nere.

"Sebbene tu mi abbia gettato nell'abbandono

sebbene ormai siano morte tutte le mie illusioni,

piango senza che tu sappia che questo pianto mio ha lacrime
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La politica non ci sta dentro alla zuccheriera (Carlos Varela)

Un amico si comprato una Chevrolet del '59
non le ha voluto cambiare alcuni pezzi e adesso non si muove.
Fa molto caldo nella vecchia Avana
la gente aspetta qualcosa, ma non succede niente.

Un tizio ha gridato si salvi chi pu,
ogni giorno sale di pi la marea.
Felipito se n' andato negli Stati Uniti,
l soffre il freddo e qui si annoiava,
ma capiscimi fratello, prendila come ti pare,
la politica non entra nella zuccheriera.

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Chi sminuisce i miei beni? (Miguel de Cervantes)

Chi sminuisce i miei beni?
Gli sdegni!
E chi ingigantisce i miei duoli?
I sospetti!
E chi mette alla prova la calma?
L'assenza!
Di questo passo il mio strazio
d'ogni conforto mai sazio,
e mi spengon sin la speranza
sdegni , sospetti ed assenza.
Chi causa di questo dolore ?
L'amore!
E chi alla mia gloria d morte?
La sorte!
E chi d il suo assenzo al mio duolo?
Il cielo!
Di questo passo ho timore
di patire all'estremo un male strano
perch congiurati a mio danno
son cielo e sorte ed amore.
Chi migliorer la mia sorte?
La morte!
E il ben d'amore chi l'avrà?
Il caso!
E chi prende a cuore i suoi mali?
La follia!
Di questo passo da stolti
voler guarir la passione,
quando i rimedi non sono
che morte, capriccio e pazzia .

Miguel de Cervantes
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