Archivi categoria: Poesia

A mia moglie (Umberto Saba)

Tu sei come una giovane,
una bianca pollastra .
Le si arruffano al vento
le piume , il collo china
per bere , e in terra raspa ;
ma, nell'andare , ha il lento
tuo passo di regina ,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba .
E' migliore del maschio .
E' come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio.
Cos se l' occhio, se il giudizio mio
non m ' inganna , fra queste hai le tue uguali,
e in nessun ' altra donna.

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Taci, anima stanca di godere (Camillo Sbarbaro)

Taci, anima stanca di godere

e di soffrire (all'uno e all'altro vai

rassegnata).

Nessuna voce tua odo se ascolto:

non di rimpianto per la miserabile

giovinezza, non d'ira o di speranza,

e neppure di tedio.

Giaci come

il corpo, ammutolita, tutta piena

d'una rassegnazione disperata.

Non ci stupiremmo,

non vero, mia anima, se il cuore

si fermasse, sospeso se ci fosse

il fiato

Invece camminiamo,

camminiamo io e te come sonnambuli.

E gli alberi sono alberi, le case

sono case, le donne

che passano son donne, e tutto quello

che , soltanto quel che .

La vicenda di gioia e di dolore

non ci tocca. Perduto ha la voce

la sirena del mondo, e il mondo un grande

deserto.

Nel deserto

io guardo con asciutti occhi me stesso.

Camillo Sbarbaro (1888-1967)
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Ora che sei venuta (Camillo Sbarbaro)

Ora che sei venuta,
che con passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa –
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino gi mi basta.

Il pigolo cos che assorda il bosco
al nascere dell'alba, ammutolisce,
quando sull'orizzonte balza il sole.

Ma te la mia inquietudine cercava
quando ragazzo
nella notte d'estate mi facevo
alla finestra come soffocato: che non sapevo, m'affannava il cuore.
E tutte tue son le parole
che, come l 'acqua all'orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l'ore deserte, quando s'avanzavan
puerilmente le mie labbra d'uomo
da s, per desiderio di baciare.

Camillo Sbarbaro (1888-1967)
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Sperando, Amor … (Giovanni Della Casa)

Sperando, Amor, da te salute invano,
molti anni tristi e poche ore serene
vissi di falsa gioia e nuda spene,
contrario nudrimento al cor non sano.

Per ricovrarmi, e fuor de la tua mano
viver lieto il mio tempo e fuor di pene,
or che tanta dal ciel luce mi vne,
quant'io posso da te fuggo lontano:

e fo come augellin, campato il visco,
che fugge ratto a i pi nascosti rami
e sbigottisce del passato risco.

Ben sento i' te che 'ndietro mi richiami:
ma quel Signor, ch'i' lodo e reverisco,
omai vuol che lui solo e me stesso ami.

Giovanni Della Casa (1503-1556)
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Non celare il segreto del tuo cuore (Rabindranath Tagore)

Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà,
non le mie orecchie.

La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.

Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!

Rabindranath Tagore
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Non cercare mai (William Blake)

Non cercare mai di dire al tuo amore
amore che mai non si può dire;
perché il vento gentile si muove
silenzioso, invisibile.

Ho detto il mio amore, ho detto il mio amore,
le ho detto tutto il mio cuore;
tremante, gelido, in terribili paure-
ah, se ne va via.

Non appena se ne fu andata da me
uno straniero passò per caso;
silenzioso, invisibile-
oh, non ci fu rifiuto.

William Blake
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