Archivi categoria: Poesia

Non nascondere (Rabindranath Tagore)

Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.

Rabindranath Tagore (1861-1941)

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Petali sulle ceneri (Rabindranath Tagore)

Credo d'averti visto in sogno

prima di conoscerti,

tali sono le precognizioni

d'Aprile

prima della pienezza

primaverile.

La visione avuta da te

non è venuta

quando tutto era impregnato

dal profumo del sal fiorito,

quando lo scintillare

del fiume al tramonto

aggiungeva una frangia

al biondeggiare della sabbia,

quando i frastuoni

dei giorni estivi

vagamente s'intrecciavano?
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Invito (Rabindranath Tagore)

se vuoi riempir la ciotola per bere,
vieni vieni al mio lago.
l'acqua profonda bagnerà i tuoi piedi
ti dirà il suo segreto.
la pioggia s'avvicina
s'inumida la rena,
basse stanno le nubi,
sovra la chioma d'alberi ondeggianti:.
i tuoi folti capelli
sui tuoi occhi stellanti!
ho il ritmo dei tuoi passi dentro il cure.
Vieni, vieni al mio lago!

Rabindranath Tagore (1861-1941)
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Prima colazione (Jacques Prévert)

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

Jacques Prévert

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Sono quella che sono (Jacques Prévert)

Sono quella che sono Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non è sempre quello

Per cui faccio follie

Sono quella che sono

Sono fatta così

Che volete ancora

Che volete da me

Son fatta per piacere

Non c'è niente da fare

Troppo alti i miei tacchi

Troppo arcuate le reni

Troppo sodi i miei seni

Troppo truccati gli occhi

E poi

Che ve ne importa a voi

Sono fatta così

Chi mi vuole son qui

Che cosa ve ne importa

Del mio proprio passato

Certo qualcuno ho amato

E qualcuno ha amato me

Come i giovani che s'amano

Sanno semplicemente amare

Amare amare…

Che vale interrogarmi

Sono qui per piacervi

E niente può cambiarmi.

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I ragazzi che si amano (Jacque Prévert)

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto pi lontano della notte
Molto pi in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

Jacque Prévert (1900-1977)
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Amor (Giovanni Della Casa)

Amor, per lo tuo calle a morte vassi,
e 'n breve tempo uccide il tuo tormento,
sì com'io provo; e non per consento,
nè so per altra via mover i passi.

Anzi, perch 'l desio vole e trapassi
più veloce al suo mal che strale o vento,
spesso del suo tardar mi lagno e pento,
sospingendo pur oltre i pensier lassi:

tal che, s'i' non m'inganno, un picciol varco
lunge il fin de la mia vita amara;
e nel tuo regno il pi posi pur dianzi.

Poco da viver pi credo m'avanzi,
nè di donarlo a te tutto son parco:
tal costume, signor, teco s'impara.

Giovanni Della Casa (1503-1556)

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Il mio occhio s’ fatto pittore (William Shakespeare)

Il mio occhio s' fatto pittore ed ha tracciato
L'immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
il mio corpo cornice in cui racchiusa,
Prospettica, eccellente arte pittorica,

Chè attraverso il pittore devi vederne l'arte
Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
Custodita nella bottega del mio seno,
Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.

Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
Son finestre al mio seno, per cui il Sole

Gode affacciarsi ad ammirare te.
Per all'arte dell'occhio manca la miglior grazia:
Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore

William Shakespeare
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Da All’Amica risanata (Ugo Foscolo)

Qual dagli antri marini
l'astro pi caro a Venere
co' rugiadosi crini
fra le fuggenti tenebre
appare, e il suo viaggio
orna col lume dell'eterno raggio,

sorgon così tue dive
membra dall'egro talamo
e in te beltà rivive,
l'aurea beltade ond'ebbero
ristoro unico a'mali
le nate a vaneggiar menti mortali.

Fiorir sul caro viso
veggo la rosa, tornano
i grandi occhi al sorriso
insidiano; e vegliano
per te in novelli pianti
trepide madri, e sospettose amanti.

Ugo Foscolo
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