Vago augelletto, che sì dolce spieghi
la voce al mormorio de' fidi rami,
tu primavera a tuo piacer richiami
ed ella già presente ascolta i prieghi.
Cosa non è ch'Amor t'asconda o nieghi,
qui l'aura suona ognor, come tu brami;
ballano i fiori, e par che segua ed ami
l'acqua ch'intorno a l'erbe il corso pieghi.
Soave albergo, libertà gradita
sempr'è la tua; tu non conosci il male
e godi il ben di si tranquilla vita.
Hai lieto nido, e null'altro ti cale:
così tua sorte ogni mio danno addita;
e l'alma per fuggir non batte l'ale?
Torquato Accetto (1590-1640)