Aurora, Eos

Figlia di d'Iperiòne e di Tèa, rappresentazione
simbolica del primo apparire della luce mattutina, era raffigurata da
una dea alata, vestita d'un aureo mantello donde piovevano rose sulla
terra: o avvolta in un velo, mentre, con le rosee dita, apre il balcone
d'Oriente.

Ma l'immagine più diffusa di lei la figura trascinata a volo nel cielo,
sul cocchio tirato dai divini cavalli Làmpo e Faetònte. La leggenda le
attribuiva più d'un marito e numerosi amanti. Il primo marito sarebbe
stato Atrèo, dal quale le sarebbero nati i venti Bòrea, Zèfiro, Eùro e
Noto.
Il secondo, Oriòne, le fu ucciso da Artemide; e il terzo, Titane
di cui era innamoratissima,- quando cominciò ad invecchiare, lo prese m
uggia e finì per farlo convertire in cicala. Fra gli amanti che le
furono attribuiti, Cèfalo, ch'ella rapì all'amore della moglie Pròcri,
senza, riuscire a renderlo infedele.

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