col tempo, molte delle caratteristiche della greca dea Dèmetra,
protettrice della campagna, dell'agricoltura, dei cereali, e della
civiltà.
La tradizione concorde la dice figlia di Saturno e
di Rèa e madre di Proserpina, e le riconosce il merito d'avere
insegnato agli uomini l'arte di coltivare la terra.
di Dèmetra era, sopra tutto, praticato ad Elcusi, a poca distanza da
Atene; e vi celebravano, ogni anno, le Feste Eleusine, con una grande
processione che, muovendo da Atene, giungeva ad Eleusi.
Il mito di Dèmetra, o Cèrere che dir si voglia, è spesso mescolato con
quello di Dionisio o Bacco, col quale la dea viaggiò di conserva, a
lungo. Quando Plutone le rapi Proserpina, ella, si favoleggia,
accendesse due fiaccole sul monte Etna, per cercarla affannosamente un
po' da per tutto; e, per nove giorni, non gustò né nettare né ambrosia,
solo facendo risuonare l'aria dei suoi lamenti, e correndo affannata
per la terra, finché giunse ad Eleusi.
Qui, avendola il re Cèleo trovata seduta sopra una pietra ad una delle
porte della città, l'accolse festosamente nella sua corte, e la dea,
grata, gli guarì il figlio Trittòlemo da una malattia incurabile, con
un suo bacio, nutrendolo poi, col suo latte divino e purificandolo, di
notte, sopra un braciere ardente, per mondarlo da ogni scoria di
mortalità.
Mossa dalla curiosità pel prodigioso risanamento del figlio, la madre
Meganira volle, una notte, sorprendere la dea mentre aveva cura di
Trittòleno; ma quando la vide metterlo sul braciere ardente, cacciò un
urlo che scoperse alla dea l indiscrezione della regina, e la fece
rinunziare, da allora in poi, alle pratiche cosi felicemente iniziate,
e che pare avessero tanta parte nei misteri che si celebravano in onore
di Cèrere, basati tutti su prove fatte col fuoco.
Dopo d'averlo, cosi, iniziato alle cerimonie inerenti al suo culto.
Cèrere dotò Trittòlemo d'un carro tirato da due dragoni alati, e
stivato d'una gran quantità di grano, perché lo portasse in tutta la
Grecia ed insegnasse, dovunque, il modo di coltivarlo: ciò ch'egli
fece. diffondendo gli insegnamenti di un'arte cosi preziosa ed
essenziale ma suscitando anche la gelosia di Linco, re della Siria, che
tese molte insidie al suo èmulo, dalle quali la dea lo trasse in salvo,
trasformando l'iniquo re in lince. Fatto ritorno in patria, Trittòlemo
restitui il carro a Cèrere, ed istituì i Misteri Eleusini dei quali la
stessa dea dettò il cerimoniale. chiamando a presiederlo e propagarlo
il suo favorito, aiutato da tre altri sacerdoti.
Cerere
Avendo ripreso, in seguito; le tormentose ricerche della propria figlia
rapitale, Cèrere, un giorno, vinta dalla sete, batté all'uscio di una
capanna, dove una vecchia le porse da bere: e siccome Cèrere, assetata
com'era. si portò la tazza alle labbra con una ben comprensibile
avidità, un giovane, ch'era presente alla scena, Abante, per averla
schernita, fu da lei mutato in lucertola.
Finalmente, la dea fu avvertita, in Sicilia, dalla ninfa Aretusa,
spettatrice della scena del ratto, che Plutone si era portata
Proserpina all'Inferno; e allora Cèrere si rivolse a Giove perché
imponesse al fratello Plutone di restituirgliela: ma siccome la figlia,
appena giunta all'Inferno, vi aveva mangiato sette chicchi di
melagranata, la dea poté ottenere soltanto che Proserpina passasse con
lei l'una metà dell'anno, e l'altra col signore dell'Inferno.
Ella era comunemente rappresentata con una falce in mano, avendo
nell'altra un mazzo di spighe; il capo e la veste sparsi di papaveri e
ancora, di spighe.