I crociati, infatti, che non avevano denaro sufficiente per pagare il viaggio, accolsero la proposta di prestare aiuto ai veneziani per la conquista della città di Zara, appartenente al re cattolico d’Ungheria.
Indignato dall’evolversi della situazione, Innocenzo III scomunicò i crociati, ma subito dopo concesse il perdono nella speranza che muovessero contro i turchi. Ma durante l’assedio di Zara venne al campo crociato il figlio dell’imperatore di Costantinopoli per annunciare, che suo padre era stato cacciato dal fratello e che se l’avessero aiutato a ritornare sul trono avrebbero ottenuto grandi somme e promise anche la riunione delle due chiese cristiane. Innocenzo III raggirato dalla notizia si affrettò a benedire l’intervento che poco prima aveva condannato.
I crociati così si diressero verso Costantinopoli, ma qui incontrarono la resistenza della cittadinanza, che non ne voleva sapere dei latini. L’imperatore deposto venne rimesso sul trono senza spargimento di sangue, poiché il fratello usurpatore era fuggito dalla città. Ma i crociati pretesero che accanto all’imperatore fosse nominato con lo stesso titolo anche il figlio, il quale naturalmente aveva intenzione di mantenere fede agli impegni contratti a Zara. Soprattutto con Dandolo, l’ultranovantenne doge veneziano, che aveva fornito a credito il nolo delle navi per il viaggio, pattuito una somma ben precisa e stabilito precisi privilegi.
Tuttavia, il tesoro imperiale era vuoto, il patriarca e il popolo si rifiutavano di riconoscere il papa come capo della chiesa universale e non avevano alcuna intenzione di pagare i debiti dell’imperatore, né di concedere privilegi ai crociati e ai veneziani. Per queste ragioni la popolazione insorse uccidendo sia l’imperatore, che il figlio. Mai tale decisione popolare fu più funesta; la conseguenza fu tremenda.
I crociati spinti dalla cupidigia e dall’avidità decisero di vendicarsi e di prendersi quanto promesso col ferro e col fuoco. Irruppero nella città e per tre giorni la saccheggiarono orrendamente, proclamando l’Impero latino d’Oriente, dimenticandosi del tutto la spedizione atta a liberare Gerusalemme.
Quello che poi seguì a questo sbarco sono le pagine piu’ vergognose della storia delle crociate. I crociati depredarono Costantinopoli, la razziarono, caricarono sulle navi tutti i tesori che erano custoditi nella millenaria città da secoli e secoli di storia, uccisero, compirono stragi e se si macchiarono di orrende scene da far rimpiangere quelle dei peggiori barbari.
Cancellate vestigia, portati via interi monumenti, compresi i famosi quattro cavalli di bronzo che ornano oggi San Marco a Venezia.
Con l’Impero Latino, si formano anche alcuni regni divisi fra i partecipanti alla "crociata". Ma si scontrano immediatamente tra loro volendo ognuno il suo regno indipendente. Si scontreranno Alessio e David Commeno, Enrico di Fiandra (fratello di Baldovino), Michele Angelo, Teodoro Lascaris.
A capo della chiesa bizantina fu posto un nuovo patriarca, che cercò di avvicinare la popolazione locale, greca e slava, al cattolicesimo. Il papato, ufficialmente, condannò il massacro, ma quando vide che l’imperatore eletto e il patriarca gli riconoscevano, piena supremazia su tutta la chiesa cristiana d’Oriente e d’Occidente, decise di accettare il fatto compiuto e la coscienza si mise subito in pace.
Tuttavia, più ancora che il papato o i feudatari, fu Venezia a trarre i maggiori profitti dalla conquista dell’impero bizantino. Del territorio imperiale Venezia aveva occupato i 3/8 del totale. Inoltre i mercanti veneziani riuscirono ad ottenere per le loro merci l’esenzione dai dazi in tutti i luoghi dell’Impero.
L’impero latino inizia a crollare del tutto nel 1261, sotto l’urto dei Bulgari e degli Slavi oltre che degli stessi ultimi incapaci governanti bizantini aiutati dai genovesi, ma anche dai barbari che prima combattevano. Il fatto più strano fu che i nuovi re dei primi due paesi, che si andavano costituendo nella decadenza bizantina, furono appoggiati dal Papa. Roma temeva prima o poi con la presenza veneziana sulla totalità dei Balcani (l’intera costa dalmata e greca, era già della Serenissima) che stringessero un’alleanza o con i tedeschi o con i normanni. In un caso o nell’altro lo Stato della Chiesa veniva a trovarsi stritolato da tre formidabili nemici.
Bisanzio in seguito si libererà dei latini, sopravvivrà per altri 200 anni, ma non tornerà più al suo antico splendore. I Turchi oltre che conquistarla, ne faranno la capitale del loro Stato. E anche se la caduta ufficiale dell’impero romano d’oriente è datato 29 maggio 1453, il colpo mortale è stato inferto dai crociati della IV Crociata.
Il fatto è che dopo la quarta crociata non v’era più nessuno in Occidente disposto a partecipare a spedizioni lontane e pericolose, e per questo le successive crociate furono dei fallimenti accecanti, anche perchè quando i crociati si trovavano in difficoltà non ottenevano mai gli aiuti e i rinforzi richiesti.
Nel periodo delle ultime crociate, in Europa si ebbe un notevole aumento della produzione, la tecnica agricola si era perfezionata, le città si erano sviluppate, l’intera economia divenne florida. Questo può spiegare perché vennero meno le cause che avevano indotto la società feudale occidentale a partecipare alle crociate. I mercanti, ad esempio, si accontentarono dei risultati delle prime quattro crociate, che avevano assicurato l’eliminazione della funzione mediatrice esercitata da secoli dall’impero bizantino tra est e ovest. Pragmatici com’erano, scoperti i vasti mercati orientali si misero addirittura a fare affari anche con i turchi.
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