L’Anticristo (Nietzsche)

"Questo libro è riservato a pochissimi. Forse nemmeno uno di essi è ancora nato." Così esordisce lo scritto di Nietzsche. Il nodo fondamentale dell’ "Anticristo" è essenzialmente la connessione tra il cristianesimo (la religione) e il nichilismo. Opera notevole, ingrado di scardinare i luoghi comuni delle sicurezze dell’esistenza stessa. Ribaltando i concetti della religione e della morale Nietzsche rende al lettore un immenso servigio, ponendolo difronte ad uno specchio a due facce ove il nero è bianco e il bianco è nero.

 

 

Qualche accenno su Nietzsche

Il pensatore tedesco che ha condizionato il corso di gran parte dell’Ottocento e sicuramente di tutto il Novecento, Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 in un piccolo villaggio della Sassonia prussiana. Figlio di un pastore protestante, il piccolo Friedrich viene cresciuto in un’atmosfera carica di sentimento religioso, seppur stemperato dalla mitezza tipica dell’approccio riformato. Morto il padre nel 1848, la madre si vede costretta a trasferirsi a Naumburg, cittadina dove poteva contare sull’aiuto di numerosi parenti. Nel 1851 Friedrich entra in una scuola privata a Pforta dove impara i primi rudimenti di religione, latino e greco, oltre che di musica, che sarà l’altra grande passione della sua vita (tanto che per lungo tempo non saprà se dedicarsi alle lettere e alla filosofia oppure all’arte delle sette note). Febbricitante per le nuove scoperte culturali, scrive poesie e compone musica, mentre la sua famiglia, senza mai un attimo di pace, si trasferisce in un’altra casa di Naumburg.
Il pensiero di Nietzsche si caratterizza per il suo carattere demistificatore e distruttore, talvolta persino eversivo. Nietzsche infatti contesta duramente gli ideali positivisti e borghesi tipici del suo tempo (è un "inattuale" e ne è perfettamente cosciente), così come la fiducia nel progresso di una società illuminata dal cosiddetto pensiero scientifico. Altri suoi bersagli sono l’idea del benessere diffuso e ogni forma di verità e di moralità costituita, che il pensatore concepisce come derivanti da fondamenti materiali e sempre strettamente legate a condizionamenti psicologici e sociali, in altre parole da rapporti di forze che si esplicano vuoi nell’intimo del proprio Io come nella società.
A questa critica demistificatrice si oppone l’idea nietzschiana del "superuomo", cioè della tensione verso un oltre-uomo che è la volontà di creare un nuovo modo di essere in cui si esprime pienamente la "volontà di potenza", e cioè la creatività dell’io, di là dal convenzionalismo morale e sociale cui è ora sottoposto, codificato in imperativi religioso-sociali.
Questa liberazione di energie compresse dell’uomo e la critica radicale d’ogni etica e d’ogni rappresentazione del mondo tradizionali ebbero notevole influenza sulla letteratura di fine secolo e oltre. Nietzsche divenne così il filosofo della crisi, il fondatore d’un modo di pensare nuovo.
Quanto alla sua idea del superuomo, inteso come il giusto trionfatore di una massa di deboli o schiavi, va senza dubbio corretta: Nietzsche non fu l’estensore d’un vangelo della violenza, ma intese porre le condizioni di sviluppo d’una civiltà e di un’idea dell’uomo radicalmente rinnovate.
Da sempre terribilmente sofferente di ogni genere di malattie, Nietzsche muore il 25 agosto del 1900 dopo una lenta agonia che ha contemplato negli ultimi anni anche l’insorgere della pazzia.

Qualche accenno su "L’anticristo"

L’Anticristo é il testo con cui Nietzsche si scaglia apertamente contro il Cristianesimo, colpevole di rendere e mantenere ignoranti le persone e di aver causato nella storia milioni di vittime. All’ Anticristo spetta la funzione di chiudere i conti con il Cristianesimo, oggetto sempre più ossessivo delle analisi e degli attacchi dell’ultimo Nietzsche. Il tono é ultimativo, da manifesto, preludio a un’azione che doveva essere un attacco radicale a tutta la civiltà. Ma, al tempo stesso, Nietzsche si mostra qui ancora una volta di una sottigliezza psicologica prodigiosa, come dimostrano le parole bellissime, e profondamente amiche sulla figura di Cristo. Mentre la condanna del Cristianesimo e della morale convogliano in sè quella, più generale, contro tutte le forze nemiche della vita e capaci di camuffarsi dietro le potenze della religione e della cultura. Contro di esse Nietzsche scende definitivamente in guerra, giungendo a siglare, alla fine, la sua "legge contro il Cristianesimo" col nome terribile dell’Anticristo, in quanto "trasvalutatore di tutti i valori" . E’ un libro che si conviene ai pochissimi, dice Nietzsche stesso nella prefazione: forse di questi non ne vive ancora uno. Nietzsche era profondamente convinto che il cristianesimo fosse nato e fosse morto anche se la sua agonia é durata 2000 anni, quando i discepoli di Gesù non hanno perdonato i suoi nemici. L’argomentazione di questa tesi, prende le mosse dalla convinzione che per il cristianesimo: "E’ in sè completamente indifferente il fatto che una cosa sia vera o no, ma é estremamente importante, invece, fino a che punto sia creduta. Così ad esempio, se é insita una felicità nei credenti redenti dal peccato, come premesse di ciò, non é necessario che l’uomo sia peccatore, ma che si senta peccatore." In questo modo il cristianesimo ha sostituito la verità con la fede che qualcosa sia vero. Anzi alla ricerca della verità ha posto un "divieto", e ha sostituito questa, che é la più autentica delle virtù, con le virtù teologali: fede, speranza e carità, che sono 3 "accorgimenti" a cui il cristianesimo é ricorso per distogliere l’uomo dalla ricerca della verità, e poterlo così "signoreggiare, addomesticare, dominare".


Con ciò sono alla conclusione e pronuncio il mio giudizio. Condanno il cristianesimo, levo contro la Chiesa cristiana l’accusa più spaventosa che mai sia uscita dalla bocca di un accusatore. Essa è per me, la suprema tra tutte le corruttele immaginabili, essa ha avuto la volontà della estrema possibile corruttela. La Chiesa cristiana, con la sua depravazione, non lasciò nulla d’intatto, essa ha fatto d’ogni valore un non-valore, di ogni verità una menzogna, d’ogni rettitudine un’infamia dell’anima. Che osino parlarmi ancora delle sue benemerenze "umanitarie"!

Il sopprimere una qualsiasi miseria andava contro la sua più profonda utilità: essa visse di miserie, essa creò miserie per perpetuare se stessa… Il verme del peccato, per esempio: solo la Chiesa ha arricchito l’umanità con questa miseria! – L’eguaglianza delle anime davanti a Dio", questa falsità, questo pretesto per le rancunes d’ogni anima vile, questo esplosivo concettuale, il quale alla fine si è fatto rivoluzione, idea moderna e principio di decadimento per l’intero ordine sociale – è dinamite cristiana… Benemerenze "umanitarie" del cristianesimo! Far crescere dalla humanitas un’autocontraddizione, un’arte dell’autolesionismo, una volontà di menzogna ad ogni costo, una avversione, un disprezzo per tutti i buoni e retti istinti! – Queste sarebbero le benedizioni del cristianesimo, per me!

– II parassitismo come unica prassi della Chiesa; che col suo ideale anemico di "santità" beve fino all’ultima goccia ogni sangue, ogni amore, ogni speranza di vivere: l’ai di là come volontà di negazione d’ogni realtà; la croce quale segno di riconoscimento per la più sotterranea congiura mai esistita – contro salute, bellezza, costituzione bennata, coraggio, spirito, bontà dell’anima, contro la vita medesima…

Questa eterna accusa al cristianesimo io voglio scrivere su tutti i muri ovunque siano muri – possiedo caratteri per far vedere anche i ciechi… Io chiamo il cristianesimo unica grande maledizione, unica grande intima perversione, unico grande istinto di vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, occulto, sotterraneo, piccino – io lo chiamo unico imperituro marchio d’abominio dell’umanità…

E noi computiamo il tempo a partire dal dies nefastus con cui questa calamità principiò – dal primo giorno del cristianesimo! -Perché non piuttosto dal suo ultimo! – Da oggi! – Trasvalutazione di tutti i valori!

LEGGE CONTRO IL CRISTIANESIMO

Data nel dì della salute, nel primo giorno dell’anno
uno (- il 30 settembre 1888 della falsa cronologia)

Guerra mortale contro il vizio:
il vizio è il Cristianesimo

Prima proposizione.

– Viziosa è ogni specie di contronatura. La più viziosa specie d’uomo è il prete; egli insegna la contronatura. Contro il prete non si hanno motivi, si ha la prigione.

Seconda proposizione.

– Partecipare ad un ufficio divino è un attentato alla pubblica moralità. Si deve essere più severi contro i protestanti che contro i cattolici, più severi contro i protestanti liberati che contro quelli di stretta osservanza. Il delittuoso dell’esser cristiani cresce vieppiù ci si avvicini alla scienza. Il criminale dei criminali è quindi il filosofo.

Terza proposizione.

– Il luogo esecrando in cui il cristianesimo ha covato le sue uova di basilisco sia distrutto pietra su pietra e sia il terrore di tutta la posterità quale luogo abominevole della terra. Su di esso si allevino serpenti velenosi.

Quarta proposizione.

– La predicazione della castità è istigazione pubblica alla contronatura. Ogni disprezzo della vita sessuale, ogni contaminazione della medesima mediante la nozione di "impurità" è vero e proprio peccato contro il sacro spirito della vita.

Quinta proposizione.

– Chi mangia alla stessa tavola di un prete sia proscritto: con ciò egli si scomunica dalla retta società. Il prete è il nostro Ciandala – lo si deve mettere al bando, affamare, menare in ogni specie di deserto.

Sesta proposizione.

Si chiami la storia "sacra" col nome che merita in quanto storia maledetta; le parole "Dio", "salvatore", "redentore", "santo" siano usate come oltraggi, come epiteti da criminali.

Settima proposizione
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Il resto è conseguenza.

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