In questo periodo la scienza diviene l’unica guida accettata della vita; Charles Darwin propone la teoria della selezione naturale, dando un taglio alla concezione teologica dell’universo e ponendo le basi per una teoria laica e scientifica dell’origine dell’uomo.
Tuttavia non tutto va come sembrerebbe. In lontananza si intravedono già nubi che si faranno minacciose. Il problema sociale delle masse operaie è aspro in tutta l’Europa e dà origine ad una serie di problemi difficili da risolvere: nascono così scontento, tumulti, disordini; sorgono organizzazioni e partiti operai e contadini; spuntano nuove dottrine economiche e sociali (anarchismo e marxismo) che condizionano la mentalità e il comportamento di tutte le classi sociali e che influenzano la cultura e la letteratura.
Naturalismo nella letteratura
Indirizzo letterario nato in Francia nella seconda metà del XIX secolo, che assegnava all’opera narrativa il compito di attenersi a una descrizione oggettiva e impersonale della materia rappresentata. In altre parole: mentre lo scrittore realista intendeva rispecchiare nella sua opera un’immagine fedele della natura, lo scrittore naturalista sceglie un "caso", una «tranche de vie», e lo analizza come fa uno scienziato quando lavora in laboratorio.
Il termine fu usato per la prima volta nel 1858 da H.A. Taine in un saggio su Balzac.
Il naturalismo, più che un movimento, è una corrente di opinione, nata in Francia durante la grande rivoluzione industriale, per l’influenza del pensiero scientifico e filosofico (positivismo) e delle nuove ideologie politiche e sociali.
Luoghi e tempi
I massimi esiti della narrativa naturalista si ebbero, ovviamente, essendo il paese dove esso cominciò, in Francia. In Germania il naturalismo giunse più tardi, nel 1885, con la rivista Die Gesellschaft fondata a Monaco da Michael Georg Conrad, ma già da qualche anno i fratelli Heinrich e J. Hart, a Berlino, si erano schierati a favore del naturalismo. La formulazione teorica del naturalismo tedesco venne data più tardi da Arno Holz, che insieme al poeta J. Schlaf, scrisse la raccolta di novelle Papa Hamlet (1889). In Italia il naturalismo giunse alla fine degli anni settanta e si diffuse rapidamente con il nome di verismo.
In definitiva il naturalismo fu in tutti i Paesi d’Europa, come fenomeno diffuso oppure con dei casi isolati, come Gissing e Bennett in Inghilterra, Palacio-Valdes e la Pardo-Bazan in Spagna, Eça de Queiros in Portogallo. Negli Stati Uniti il naturalismo fu introdotto da E. Watson Howe e accompagnò lo svilupparsi della giovane letteratura americana.
Le connotazioni
Concepisce l’arte come studio scientifico e impersonale della natura. E’ volto allo studio e alla rappresentazione della realtà umana nei suoi aspetti più concreti e a volte brutali (bassifondi delle grandi città, l’esistenza miserabile delle classi operaie).
Gli autori si sforzano di essere aperti alle realtà, in particolare alla realtà dell’improvviso sviluppo della borghesia industriale che apre le porte al problema sociale delle masse operaie.
La natura è assunta non solo come oggetto della riflessione filosofica ma anche e soprattutto come punto di riferimento determinante e assoluto per quanto riguarda la vita e gli interessi dell’uomo.
Ripudio della metafisica ma anche del realismo perché si limita a riprodurre un’immagine fedele della natura, affondando in una visione pessimistica e materialistica del mondo.
Il linguaggio deve essere realistico quando non addirittura mimetico. Fiducia nella scienza e nel progresso.
I fenomeni psicologici e sociali sono considerati prodotti dall’attività biologica fisiologica e psicologica dell’individuo e dei rapporti tra gli individui. Scriveva Hippolyte Taine che l’individuo è la risultante del concorso di tre fattori determinanti:
– l’ambiente (mileu)
– il momento storico (moment historique)
– la razza d’appartenenza (race).
Una visione fortemente negativa della realtà sociale attuale (nuova società industrializzata) è associata ad un ottimismo fondato sul progresso della scienza.
Le regole
Il naturalismo applica alla letteratura il metodo sperimentale che è alla base del movimento filosofico del positivismo: l’opera narrativa diventa così un laboratorio per l’osservazione fredda e distaccata della realtà, di cui lo scrittore, al pari di uno scienziato, deve registrare impassibilmente i fenomeni: il narratore non interviene né si manifesta nel racconto (scompare il suo punto di vista). Si deve limitare ad osservare e a riportare il punto di vista dei suoi personaggi.
Questo movimento letterario respinge ogni eccesso della fantasia e del sentimento; l’obiettivo finale è quello di avere un’opera d’arte oggettiva, in cui l’autore si limita ad una narrazione impassibile delle varie vicende della vita quotidiana. Il fattore dominante è quindi rappresentato dal canone dell’impersonalità dell’opera d’arte.
Vi è inoltre una riduzione dell’opera d’arte a documento scientifico: il naturalismo va verso l’identificazione dell’arte con la scienza (la psicologia umana è trattata in letteratura con la stessa imparzialità e lo stesso rigore con cui le scienze si applicano alla classificazione dei fenomeni). Applicando all’arte i metodi e i risultati della scienza, si può riprodurre la realtà con una perfetta obiettività.
L’opera dello scrittore deve sottolineare la dipendenza dell’uomo dalle condizioni ambientali: l’attenzione è puntata non tanto sulla natura quanto sulla società, intesa come meccanismo di sopraffazione e di abbrutimento dei singoli. Fondamentale è la tesi che il male e la malattia siano causa del deterioramento delle strutture sociali.
Il romanziere naturalista deve «affondare il suo bisturi» nella società umana indagandone le passioni e i comportamenti e risalendo alla cause che li determinano (la descrizione di una condizione è quindi condotta con il rigore dell’analisi clinica).
Il naturalismo privilegia il romanzo in quanto solo nel romanzo possono essere distesamente affrontate le condizioni umane. Il romanzo sperimentale mette in luce le manifestazioni passionali e intellettuali dell’individuo e rappresenta l’uomo nell’ambiente sociale che lui stesso ha creato trasformandolo incessantemente e lasciandosi a sua volta trasformare.
Tematiche ed interpreti
Il naturalismo è volto principalmente allo studio e alla rappresentazione della realtà umana colta nei suoi aspetti più concreti (tutti fenomeni correlati all’industrializzazione: le metropoli industriali, le plebi cittadine, la condizione miserabile di alcune classi sociali, ecc.).
I protagonisti dei romanzi appartengono in prevalenza alle classi subalterne, alla piccola borghesia e al proletariato, per convenzione sempre trascurati dal dominio della letteratura.
Descrivere l’ambiente è per gli scrittori naturalisti una necesità, perché i comportamenti dei personaggi sono "determinati" dall’ambiente stesso, dall’ereditarietà e dalla razza: milieu, moment e race, secondo la teorizzazione di H. Taine.
Le vicende della vita sociale e collettiva, che costituiscono il tema dominante della narrativa naturalistsa, sono osservate e narrate secondo i più rigidi canoni dell’oggettività: lo scrittore rimane ditaccato e impassibile dinanzi alla storia che racconta.
Autori Naturalisti
Il naturalismo ebbe i suoi interpreti più autentici e dotati in Balzac, Maupassant, Flaubert, nei fratelli Goncourt, in Daudet e in Huysmans; il suo rappresentante più coerente è certamente Zola. A tali narratori va poi accostata l’interessante figura del teorico letterario francese Taine.