Credo d'averti visto in sogno
prima di conoscerti,
tali sono le precognizioni
d'Aprile
prima della pienezza
primaverile.
La visione avuta da te
non è venuta
quando tutto era impregnato
dal profumo del sal fiorito,
quando lo scintillare
del fiume al tramonto
aggiungeva una frangia
al biondeggiare della sabbia,
quando i frastuoni
dei giorni estivi
vagamente s'intrecciavano?
S, ironica e sfuggente
è stata la visione
che ho avuto del tuo viso,
in ore evase
da ogni realtà!
I miei occhi ricevono
la tranquillità del cielo,
ed ecco che sento passare
in me ciò che sente
un albero le cui foglie,
semiaperte come coppe,
straripano di luce.
Un pensiero torna
frequentemente
nel mio cuore,
come questa bruma
che sfiora i prati,
mescolandosi al mormorare dell'acqua,
agli stanchi sospiri
della brezza.
Immagino d'avere già
vissuto nell'infinito
delle cose di questo mondo
e che, a questo infinito,
ho dato i miei amori
e i miei dolori.
Il pensiero di te m'accompagna senza tregua, Amore,
potresti, tornando,
non pensare solo a me,
avendo possibilità di scelta.
La mia vita trascorre
aspettandoti,
quando tu ricordassi, potresti non venire solo da me!
Nel mio letto, da solo, resto intere notti in attesa.
La luce della mia lampada scompare solo all'alba,
quando i miei occhi sono stanchi d'aver molto
tempo vegliato.
Piena d'ogni bellezza, tu cammini cantando
e trascorrendo ore felici…
Se potessi mescolare a tutto questo i miei passi,
se la sorte mi facesse
ritrovare quel tempo gioioso!
Amica mia, questa sera
mi sembra che,
attraverso mondi innominabili
dove già siamo vissuti,
abbiamo lasciato
il ricordo della nostra unione,
Tu e Io.
Quando leggo antiche
leggende, ispirate
da passioni spente, oggi,
mi sembra che una volta
eravamo una persona sola,
Tu e Io
e che la memoria ritorni
a quel tempo…
Immagino che il mattino,
che trasfigurava
la terra in secoli annullati,
abbia introdotto
ancora qualche ragione
nel tuo cuore, come nel mio.
Perché il nostro cuore
rimane eternamente giovane
nella vecchiaia delle ere,
e l'universo intero
diventa così testimone
del nostro amore.
Amore, metti da
parte la tua lira,
lascia alle tue braccia la libertà
di stringermi.
Che il mio cuore
al tocco delle tue dita
raggiunga l'estremo
limite dei sentimenti!
Non inclinare il capo, non voltarlo,
ma dammi il tuo
bacio come un profumo
a lungo tenuto
in un calice.
Non attutire questo
momento con parole vane,
ma lascia che un'onda silenziosa
ci trascini verso gioie senza limiti.
Per un tuo sospiro
io do sfogo a viventi note
di gioia o di dolore.
Sono una sola cosa col tuo canto,
che sia mattutino o notturno,
che entri tra i raggi del sole
o tra le ombre della sera..
Se dovessi perdermi
nella fuga di questa musica,
non ne patirei,
tanto questa melodia m'è cara.
Vedendo i tuoi piedi nudi e fragili
penso che i fiori siano le orme
dei passi dell'estate.
I tuoi tracciano leggermente
sulla sabbia
la storia delle loro avventure,
una storia che, passando,
la brezza cancella.
Vieni, fai scivolare sul mio cuore
questi teneri piedi!
Lascia un'impronta duratura
sulla via
del paese dei miei sogni.
Lascia il tuo cuore
scoppiare finalmente,
cedi, gemma, cedi.
Lo spirito
della fioritura
s'è abbattuto su di te.
Puoi rimanere
ancora bocciolo?
Tu ti doni a me come il fiore che non si schiude
che all'avvicinarsi della sera,
la cui presenza è tradita
dal profumo che libera
nell'ombra.
Cos viene a passi silenziosi
la primavera,
quando le gemme
gonfiano le cortecce.
Tu t'imponi al mio spirito
come le alte onde
della marea crescente,
il mio cuore si nasconde
sotto canti burrascosi.
Presentivo il tuo arrivo come
la notte affretta l'alba.
Un cielo nuovo mi è stato
rivelato attraverso le nuvole
che diventano rosse.
Questa nostalgia dei giochi
amorosi, tesoro,
non è solo mia,
ma anche tua.
La tua bocca sorride,
il tuo zufolo canta,
ispirato dal mio amore.
Il tuo desiderio non ha pazienza,
ha tanto vigore quanto il mio.
Stavo per lasciarla.
Lei non parlava,
ma io capivo dal suo
languore che avrebbe
desiderato trattenermi.
Più volte avevo creduto d'indovinare
la supplica delle sue mani,
sebbene ne fosse incosciente.
Le sue braccia esitanti
avrebbero potuto diventare
una ghirlanda di giovinezza
attorno al mio collo…
Tanti gesti impauriti
ritornano alla mia memoria
e mi rivelano cose tenute
segrete finora.
Rabindranath Tagore (1861-1941)