Nel 1904 riuscì a fuggire e a tornare in Georgia dove divenne un rivoluzionario e un membro di spicco del partito. La sua attività sovversiva condita di rapine ad istituti bancari proseguì fino al 1913, venne arrestato numerose volte riuscendo poi a fuggire in ogni occasione. Trasferitosi a Pietroburgo nel Comitato Centrale del partito di lì a poco fu nuovamente esiliato in Siberia. Dopo la caduta dello Zar Stalin rientrò ed assunse ruoli direttivi sia nel partito che tra i bolscevichi anche se non si distinse in modo particolare durante la rivoluzione di ottobre (1917).
Nel 1922 diventò segretario generale del Comitato centrale e, assistente di Lenin, cominciò a polemizzare con Trotzki. Lenin, che nel frattempo aveva dei gravi problemi di salute, designò Trotzki come suo erede e condannò certe posizioni di Stalin. Tuttavia alla morte di Lenin, nel 1924, Stalin riuscì a instaurare un’alleanza con la destra del partito e ad estromettere Trotzki. Mentre il progetto di Stalin prevedeva una Russia che doveva difendere e salvaguardare la propria rivoluzione con tutte le proprie risorse, Trotzki teorizzava la rivoluzione permanente e la necessità di collegarsi all’Europa nell’ottica di creare un solo grande paese socialista. Espulsi dal partito Trotzki e gli altri avversari politici, Stalin prese il potere assoluto e cominciò ad attuare il suo progetto di collettivizzazione forzata dell’agricoltura e di trasformazione della Russia da paese agricolo a potenza industriale, ance se il costo di questa operazione portò allo sterminio dei contadini ricchi, ai campi di lavoro e alle prigioni per gli oppositori. Mentre l’industrializzazione dava i suoi frutti e l’URSS diventava una potenza industriale mondiale, Stalin mantenne il potere costruendo attorno a sé un culto della personalità esasperato e deponendo o eliminando fisicamente tutti gli avversari, gli oppositori e molti membri del vecchio movimento bolcesvico divenuti scomodi.
Sul piano della politica estera, intanto, davanti all’ascesa del nazismo, Stalin, nel 1939, suggellò un patto con la Germania di Hitler che si concretizzò con la spartizione della Polonia. Questo atteggiamento, che servì a Stalin ad allontanare per qualche tempo la minaccia di un’invasione tedesca suscitò nel mondo polemiche e indignazione in tutti gli stati antifascisti. Quando, nel 1941, la Germania aggredì inaspettatamente l’Unione Sovietica, Stalin, con l’aiuto degli Stati Uniti, richiamò a combattere tutto il popolo russo in una guerra che portò alla disfatta delle truppe tedesche. Poi l’attacco al Giappone dopo i bombardamenti atomici americani, permise all’URSS di salire sul carro dei vincitori e di ottenere importanti concessioni territoriali in Asia.
Nel dopoguerra Stalin riuscì a mantenere la dittatura all’interno del paese e a controllare i paesi del blocco sovietico con alleanze che portarono alla cosiddetta "guerra fredda" con gli USA. Mentre la politica dell’ostracismo continuava anche in politica estera, per esempio con la condanna della Jugoslavia di Tito.
Nel 1953 Stalin venne improvvisamente colpito da una paralisi e morì dopo qualche giorno.
Cronologia
1879: il 22 dicembre nasce a Gori, in Georgia, da Visarion Ivanovic Zhugashvili e da Ekaterina Gheorghievna Cheladze.
1894: dopo aver frequentato la scuola teologica, entra nel seminario di Tiflis.
1898: collabora con i marxisti di Tiflis alla redazione del giornale "Kvali".
1899: il 21 luglio è espulso dal seminario teologico di Tiflis.
1900: il 1° maggio tiene il suo primo discorso pubblico.
1901: il 24 novembre viene chiamato a far parte del comitato socialdemocratico di Tiflis.
1902: il 18 aprile viene condannato per la prima volta.
1903: in febbraio diventa membro del comitato federale del Caucaso. In novembre è deportato in Siberia.
1904: riesce a fuggire dalla Siberia. Si lega ai bolscevichi di Tiflis.
1905: anno di scioperi in tutta la Russia. Il 9 dicembre Trotsky viene eletto presidente dei Soviet di Pietroburgo. Stalin incontra Lenin durante una conferenza a Tammerfors, in Finlandia.
1906: escono alcuni opuscoli pubblicati da Stalin.
1908 – 1911: in questi anni viene per due volte arrestato e deportato in Siberia , luogo dal quale riesce a fuggire entrambe le volte.
1912: in febbraio è chiamato a far parte del comitato centrale diretto da Lenin.
1912 – 1913: viene arrestato e deportato in Siberia per due volte; la prima riesce a fuggire, la seconda deve invece attendere di essere liberato dall’esilio, cosa che avviene nel 1917.
1917: liberato dall’esilio va a Pietrogrado dove , con Kamenev e Muranov, assume la direzione della "Pravda". Viene inoltre eletto a far parte del comitato centrale. Con Kamenev, Lenin, Trotsky va a far parte del nuovo governo rivoluzionario provvisorio formatosi a seguito dello scoppio della rivoluzione d’ottobre.
1918: al 3° congresso dei Soviet a Pietrogrado viene eletto a Parlamento il comitato esecutivo centrale (composto da Lenin, Trotsky, Stalin, Proscian e Karelin) e ad organo esecutivo il Consiglio dei Commissari del Popolo. Il 27 aprile Stalin viene nominato plenipotenziario per i negoziati con l’Ucraina. Dopo che il governo sovietico ha ripudiato il trattato di Brest – Litovsk, crea un Consiglio della Difesa costituito da Lenin, Trotsky, Krasin, Sverdlov e Stalin stesso.
1919: Stalin, Bucharin, Zinoviev, Trotsky, Lenin sono i delegati russi presenti al congresso inaugurale della 3° Internazionale che si svolge in marzo. Kamenev viene nominato comandante supremo delle forze armate; Stalin è favorevole ai piani strategici di Kamenev che sono però in disaccordo con quelli di Trotsky. In ottobre i piani di Kamenev vengono modificati e nei due mesi successivi le armate controrivoluzionarie sono distrutte. Quest’anno vede anche il diffondersi in Russia di una crisi molto profonda.
1921: l’11 febbraio ordina all’esercito rosso di invadere la Georgia. Al 10° congresso del partito riesce a far nominare Molotov, Michailov e Jaroslavski nella segreteria del partito. Si verifica l’insurrezione di Kronstad.
1922: viene eletto segretario generale del partito con Molotov e Kuibysciov come assistenti . Il triumvirato Zinoviev – Kamenev – Stalin sostituisce Lenin, costretto ad abbandonare l’attività politica a causa di un attacco apoplettico.
1923: Stalin membro principale del triumvirato. Il comitato centrale viene riformato e diventa un organo di polizia segreta. Zinoviev accusa Trotsky di tradimento.
1924: Trotsky condannato. Il 21 gennaio muore Lenin; cinque giorni dopo, Stalin, al 2° congresso dei Soviet, legge il giuramento di fedeltà.
1925: Zinoviev e Kamenev rompono con Stalin e si uniscono a Trotsky.
1927 – 1938: in questo decennio Stalin procede alla distruzione di quasi tutta la vecchia guardia del bolscevismo. Alcune importanti personalità bolsceviche vengono processate ed arrestate , altre esiliate o deportate in Siberia , altre ancora sono fucilate.
1939: Stalin pone Molotov al Commissariato per gli Esteri, sostituendo Litvinov. Il 29 novembre la Russia dichiara guerra alla Finlandia.
1940: l’URSS annette l’Ucraina, la Russia bianca, le tre Repubbliche baltiche, la Bessarabia e parte della Bucovina. Per sostenere gli sforzi bellici Stalin ordina il rafforzamento dell’industria pesante russa.
1941: Stalin Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo. Il 22 giugno le truppe tedesche varcano il confine dell’Unione Sovietica. Viene costituito un Comitato per la Difesa Nazionale presieduto da Stalin e del quale fanno parte anche Molotov, Voroscilov, Malenkov e Beria. Stalin viene nominato inoltre comandante in capo delle Forze Armate e Commissario per la Difesa.
1946: Comincia la "sovietizzazione" dei territori occupati. Stalin ha il primo attacco di cuore.
1947 – 1953: Stalin, Molotov, Viscinskij e Zdanov attaccano politicamente tutte le posizioni dell’Occidente.
1953: Il 2 marzo Stalin muore improvvisamente a Mosca dopo una breve paralisi.
Comunicati della morte di Stalin:
(New York Times, 6 marzo 1953)
"Mosca, 6 Marzo, Venerdì – Josip Stalin è morto alle 9.50 pm di ieri, (1,50 pm dell’ora nel mondo orientale) al Cremlino all’età di settantatrè anni. La notizia è stata ufficialmente annunciata questa mattina. E’ stato al potere ventinove anni. L’annuncio è stato fatto a nome del Comitato centrale del Partito comunista, del Coniglio dei ministri e del presidium del Soviet supremo. Nell’appello al popolo sovietico affinchè si raccogliesse attorno al partito e al governo, l’annuncio ha richiesto di mostrare unità e la più alta vigilanza politica "nella lotta contro i nemici interni ed esterni" (nessuna dichiarazione è stata resa circa il nome del successore di Stalin).
"La morte del leader supremo dell’Unione Sovietica, causata da insufficienza circolatoria e polmonare, è avvenuta solo quattro giorni dopo aver subito un’emorragia cerebrale nella residenza del Cremlino. Unitamente all’annuncio della morte c’è stato un certificato medico di morte rilasciato da un gruppo di medici, diretti dal ministro della Sanità A.F.Tretyakov, che ha curato Stalin nella fase terminale della malattia. La notizia della morte di Stalin è stata nascosta dagli organi ufficiali del Soviet Supremo per più di quattro ore.
"La Pravda è uscita questa mattina con un ampia bordatura nera ai lati della prima pagina in segno di lutto per Stalin". (New York Times, 6 marzo 1953)
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"6 marzo 1953. Flash – Giuseppe Stalin è morto (Comunic. Ansa, ore 02.10).
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"6 marzo 1953 – Il Comitato centrale del partito comunista dell’Urss ed il Consiglio dei ministri sovietico hanno diffuso un comunicato indirizzato a tutti i lavoratori della Unione Sovietica. Dopo aver annunciato la morte di Giuseppe Stalin il comunicato rende omaggio alla figura del maresciallo ed evoca le principali tappe della sua vita (Ib. 6 marzo 1953, ore 02.18)
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"Belgrado – La Jugopress, l’agenzia ufficiosa del ministero degli esteri jugoslavo, afferma senza mezzi termini che l’annuncio della morte di Stalin non ha provocato cordoglio in Jugoslavia, ma "gioia manifesta ed un sollievo".
Il risentimento del regime di Tito, sempre più acuto durante i cinque anni di polemiche con il Cominform, coglie l’occasione di ripetere ancora una volta che Stalin è il colpevole del rinnegamento della Rivoluzione di Ottobre "attraverso il sistema imperialistico brocratico istituito nell’Urss" (Ib. 6 marzo, 1953, ore 21.45).
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" 20 marzo – Radio Mosca annuncia che il Comitato centrale del partito comunista sovietico ha accolto la richiesta avanzata dal primo ministro dell’Urss Georgi Malenkov di essere esonerato dalle sue funzioni di segretario del Comitato centrale del partito comunista dell’Urss.
La radio aggiunge che è stato chiamato NIKITA KRUSCEV e che la decisione è stata presa nel corso della seduta plenaria del Comitato centrale tenuta al Cremlino il 14 marzo". (Ib. 20 marzo 1953, ore 23.12)
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In crisi il "culto della personalità"
"Parigi, 17 aprile 1954 – ..Il Comitato centrale del partito comunista dell’Urss e il Consiglio dei ministri hanno diretto al primo segretario del Comitato centrale Nikita Kruscev, in occasione del suo 60° compleanno, uno speciale messaggio in cui, dopo aver definito Kruscev "un fedele allievo di Lenin e compagno di Stalin", "una personalità eminente nel partito comunista e dello stato sovietico", " "un figlio glorioso della classe operaia", si dichiara fra l’altro: "Nei tempi difficili della guerra civile, nella edificazione pacifica socialista, nella dura epoca della guerra patriottica, e ora, in periodo di pace, nella lotta per la edificazione della società comunista nel nostro paese, in tutte le cariche del partito e del governo, voi avete mostrato la instancabile energia che vi caratterizza nonchè la vostra qualità di fermezza e di uomo che ha dei principi".
L’invio di questo messaggio è degno di rilievo poichè è la prima volta che ha luogo un fatto del genere dopo la morte di Stalin (vivo Stalin soltanto lui era oggetto di simili attenzioni), e poichè ciò avviene solo qualche mese dopo che il Comitato centrale ha annunciato che era ormai bandito dalle consuetudini sovietiche il culto della personalità. Si deve anche rilevare che nessun’altra personalità sovietica è stata insignita di tante medaglie e di tanti titoli quanto Kruscev: eroe socialista del lavoro, medaglia d’oro della falce e martello, ordine di Lenin" (Comun. Ansa, 17 aprile 1954, ore 09.15)