Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altro vai
rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,
non vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato
Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi sono alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto quello
che , soltanto quel che .
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo un grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.
Camillo Sbarbaro (1888-1967)